“A ciascuno il suo” di Leonardo Sciascia

(Adelphi, 1988)

Quando il 20 novembre del 1989 Leonardo Sciascia ci lasciava, ammetto che non compresi davvero l’entità della perdita che la cultura italiana stava affrontando.

Oggi parlare di mafia è considerato un dovere e un diritto, ma Sciascia, durante la sua vita, dovette confrontarsi con una società e, soprattutto, con uno Stato che granitico affermava indignato che: ”LA MAFIA NON ESISTE!”.

Ma oltre a questo grande merito sociale, di cui non si parla mai abbastanza, i libri di Sciascia sono sublimati dall’ironia, quell’ironia che è uno degli indiscutibili pregi della Sicilia, che ha contribuito a rendere così famoso anche il commissario Montalbano di Camilleri (che di Sciascia si è sempre dichiarato un discepolo).

Tutta l’ironia di “A ciascuno il suo” – ma soprattutto quella della sua ultima pagina – rappresenta uno degli apici della nostra letteratura.

“Tu chiamami Peter” di Stephen Hopkins

(USA, 2004)

Ci sono vite che rappresentano meglio di mille articoli o libri un’epoca, un mestiere e un momento storico, e una di queste è senza dubbio quella di Peter Sellers.

Tratto dall’omonima biografia “The Life and Dead Of Peter Sellers” il film di Hopkins – con un titolo italiano così insulso che difficilmente potrà essere superato – ricostruisce straordinariamente il Sellers uomo e attore come nessuno mai pubblicamente era riuscito.

Forse, a detta di chi gli è stato tanto tempo accanto, l’unica pellicola in cui si intravedono tratti del vero Sellers è “O ti spogli .. o ti denuncio” diretta da Alvin Rakoff nel 1970.

Tornando a questa pellicola, la strepitosa interpretazione di Geoffrey Rush (vergognosamente snobbato agli Oscar) arriva a far dimenticare quasi le vere fattezze del reale Peter Sellers.

Da vedere e rivedere, come alcuni grandi film interpretati da Sellers.

“Se una notte d’inverno un viaggiatore” di Italo Calvino

(1979-1994 Einaudi)

Qui parliamo di uno dei più grandi romanzi della letteratura del Novecento, scritto dal più grande narratore italiano del secolo, o quanto meno della seconda metà del secolo.

“Se una notte d’inverno un viaggiatore” è un vero e proprio inno alla lettura e alla scrittura. Chi ama leggere non può non conservarlo gelosamente nella propria libreria (cartacea o virtuale che sia).

Il grande Italo Calvino, scomparso troppo presto – e in maniera imbarazzante troppo spesso dimenticato dalla nostra cultura – ci regala dieci incipit di dieci romanzi, ognuno completamente diverso dall’altro. Dieci storie che spaziano quasi tutti gli stili e i modelli letterari del pianeta e che alla fine…

Se ancora non l’hai letto – che aspetti! – non puoi chiamarti un vero lettore, ma un semplice “sfogliatore” di pagine…

“Guglielmo il Dentone” di Luigi Filippo D’Amico

(Italia, 1965)

“I complessi” di Luigi Filippo D’Amico, Dino Risi e Franco Rossi è uno dei migliori film ad episodi della nostra cinematografia.

Se “Il complesso della schiava nubiana”, di Franco Rossi con Ugo Tognazzi, è quello meno incisivo ed evidentemente più datato, gli altri due segmenti costituiscono una delle migliori pietre miliari della commedia all’italiana.

Ancora non riesco a vedere “Una giornata decisiva”, di Risi con Nino Manfredi, senza farmi prendere dalla rabbia: la timidezza vile del protagonista che non riesce ad afferrare il proprio destino che è lì a portata di mano proprio mi manda in bestia (forse perché anch’io sono un timido).

E per questo guardo estasiato tutte le volte l’ultimo episodio: il grande e inarrivabile “Guglielmo il Dentone”. Solo per questa interpretazione Alberto Sordi avrebbe meritato il David di Donatello e l’Oscar nella stessa sera.

Scritto da Rodolfo Sonego, con la partecipazione anche di Sordi, “Guglielmo il Dentone”  è un inno a chi affronta la vita con ottimismo e in piena sintonia e fiducia con se stesso. E Sordi lo interpreta con una bravura che ha pochi pari nel mondo del cinema.

Sublime la scena in cui Romolo Valli, nei panni di Padre Baldini membro della commissione che deve scegliere il nuovo speaker del TG, tenta in ogni modo di parlare a Guglielmo dei suoi dentoni, ma lui – puro come l’acqua di una fonte – sentitosi colto in fallo accenna timido a una lieve imperfezione del suo naso…

Da vedere a intervalli regolari.