(Ungheria/Germania, 2012)
Il regista ungherese István Szabó ci porta in un piccolo mondo che racchiude la complessità della vita stessa. Basato sull’omonimo romanzo autobiografico di Magda Szabó (1917-2007) pubblicato per la prima volta nel 1987, il film esplora la relazione tra due donne molto diverse tra loro, Magda ed Emerenc. La storia è ambientata nell’Ungheria degli anni ’60, e possiede un’umanità profonda e una delicatezza colme di dettagli e sfumature della vita quotidiana, ed esplora le profondità dell’animo umano attraverso la storia di un’intensa relazione tra due donne di epoche e classi sociali diverse.
Magda (interpretata splendidamente da Martina Gedeck) è una scrittrice emergente, che cerca di bilanciare la sua carriera con la sua vita personale centrata sul matrimonio con Tibor (Károly Eperjes). Quando assume Emerenc (una magistrale Helen Mirren) come domestica, inizia un rapporto che è tanto complesso quanto affascinante. Emerenc è una figura enigmatica, con un passato pieno di segreti, che vive una vita rigida e austera. La porta chiusa della sua casa diventa un simbolo potente, rappresentando le barriere emotive e i misteri che separano le due donne.
Szabó utilizza un linguaggio visivo ricco di dettagli, che ricorda i piccoli momenti quotidiani che tanto amo esplorare nei miei romanzi. Ogni scena è costruita con cura, come una stanza piena di ricordi e storie nascoste. La fotografia è delicata e attenta, catturando le sfumature della luce e dell’ombra che giocano sui volti dei personaggi e negli angoli delle loro vite. Questo approccio crea un’atmosfera intima e riflessiva, invitando lo spettatore a soffermarsi e a contemplare la bellezza nascosta nelle piccole cose.
Helen Mirren, nel ruolo di Emerenc, è semplicemente straordinaria. La sua interpretazione dà vita a un personaggio che è allo stesso tempo forte e vulnerabile, pieno di dignità e profondamente umano. Martina Gedeck, nei panni di Magda, è altrettanto convincente. La sua rappresentazione di una donna moderna che cerca di capire e connettersi con un mondo molto diverso dal suo è toccante e autentica. Insieme, le due attrici creano una dinamica complessa e avvincente, che è il cuore pulsante del film.
“The Door” è un film che parla di segreti, fiducia e il difficile cammino verso la comprensione reciproca. Szabó ci mostra che, come nelle migliori storie, le risposte non sono sempre chiare o facili da trovare. Ogni personaggio è un enigma, ogni relazione una sfida. Ma è proprio questa incertezza che rende la vita così ricca e affascinante.
Guardare “The Door” è come leggere un romanzo che svela lentamente i suoi segreti, pagina dopo pagina. È un film che ci invita a guardare oltre la superficie, a cercare il significato nascosto nelle piccole cose, e a trovare la bellezza nei momenti di pura connessione umana.
In un’epoca in cui cerchiamo spesso risposte rapide e definitive, “The Door” ci ricorda che la vera comprensione richiede tempo, pazienza e un cuore aperto. È un’opera che ci tocca profondamente, lasciandoci con la consapevolezza che, alla fine, le storie più belle sono quelle che ci sfidano a guardare più da vicino e ad amare ciò che troviamo.
Da vedere.