Sono nato a Roma alla fine dell’inverno del 1970.
Da bambino ho amato molto le favole che mi si raccontavano e leggevano la sera prima di dormire, e fra tutte ho sempre preferito “Biancaneve e i sette nani” e le “Favole al telefono” di Gianni Rodari. Il primo libro che ho letto è stato “Pinocchio”, che mi ha terrorizzato con quel pescecane che inghiotte Geppetto e con la terribile trasformazione in asino di Pinocchio e di Lucignolo.
Poi sono arrivati “La coscienza di Zeno” e la sua “u.s.” – quell’ultima sigaretta che non giunge mai… – e Italo Calvino, da “Il Barone rampante” a “Se una notte d’inverno un viaggiatore” che hanno sancito definitivamente il mio amore per la lettura.
Un’estate, quando proprio non me lo aspettavo, casualmente è arrivato il Re.
E’ Stephen King che mi fa esplodere la voglia incontrollabile di scrivere.
E’ leggendo “It” e subito dopo “La zona morta” che comincio a fermare sulla carta i fatti e i personaggi che mi ronzano nella testa. E la stessa cosa accade con Giorgio Scerbanenco, anche lui incontrato fortuitamente su una bancarella estiva.
Inizio così a scrivere i miei primi veri racconti, che finiscono in un cassetto. Col passare del tempo, però, il cassetto diventa sempre più piccolo. I miei personaggi stipati là dentro si lamentano e mi accusano sempre più violentemente di vigliaccheria: non ho il coraggio di far nascere, vivere e morire un personaggio capace di essere il protagonista di una storia con un più ampio respiro come quello di un romanzo.
Dopo innumerevoli insulti, minacce e vessazioni, non riesco più a scappare e mi metto seduto davanti al computer per scrivere il mio primo romanzo. Così, finalmente, i personaggi dei miei racconti mi danno un po’ di tregua.
Ma quelli nella mia testa mi impediscono di smettere…
Poco dopo la Laurea in Lettere e Filosofia conseguita a “La Sapienza” di Roma, nel 1999 sono stato selezionato, in qualità di uno dei dieci corsisti, al IV Corso di Formazione e Riqualificazione per Sceneggiatori, ideato e organizzato dall’Associazione Script per conto della RAI Radiotelevisione Italiana, nella stagione 1999-2000.
Alla fine del corso il mio saggio “Dal vivo è un’altra cosa” è stato pubblicato nella serie dei volumi VIVAIO RAI.
Nella primavera del 2003, in mezzo al traffico, leggo per caso del concorso letterario “Parole in corsa” ideato dall’azienda municipalizzata Trambus S.p.A., con il patrocinio del Comune di Roma, dedicato a chi viaggia e soprattutto a chi legge sui mezzi pubblici romani.
La sfida è ardua: al massimo 90 righe per sviluppare un racconto completo.
Scrivo il racconto “Elio e Simeone” che viene inserito nei sei finalisti e letto, ma è più corretto dire interpretato, da Pamela Villoresi durante la premiazione finale avvenuta nel luglio dello stesso anno presso la Sala della Protomoteca del Comune di Roma in Campidoglio.
“Elio e Simeone” viene inserito nel volume del concorso per poi essere compreso nella raccolta di racconti “Traiettorie”.
Guarda la mia intervista per il concorso Parole in Corsa 2003
Ne ho comprati altri 2, e’ bellissimo.
Da non perdere.
Grande Valerio, grande rugbista e straordinario uomo, dobbiamo andare insieme a qualche trasferta del 6 nazioni.Organizziamo?
Un abbraccio forte forte da Claudio Moretti.
Certo, caro mio vecchio e prezioso amico. Ti abbraccio forte anche io!