“Vita di Pi” di Yann Martel

(2012, PIEMME)

Sull’onda dell’entusiasmo suscitato dal film di Ang Lee ho deciso di leggere il romanzo originale.

L’ho finito in poche ore, nelle quali mi sono ritrovato disperato su una scialuppa di salvataggio accanto a una gigantesca tigre del Bengala di nome Richard Parker.

Chi ha visto il film sa bene che a colpire e sconvolgere non sono tanto i sette mesi passati da un adolescente solo e perso nell’immenso oceano, ma la sua sorprendente volontà di voler sopravvivere a tutti i costi, così dura e tenace, e che affonda le sue radici in una pacifica e spirituale infanzia vissuta in un’India affascinante, cosmopolita e piena di animali, aromi e colori.

Come ha detto Ang Lee: “Siamo tutti Richard Parker!”.

“Star Wars: L’impero colpisce ancora” di Irvin Kershner

(USA, 1980)

Ebbene si, lo dichiaro apertamente: “L’impero colpisce ancora” è il mio preferito fra tutti i primi sei episodi Star Wars.

Se “Guerra stellari”, poi chiamato con l’aggiunta “Una nuova speranza”, ha rivoluzionato il cinema di fantascienza, il secondo (il V capitolo per i più intransigenti) ha reso la saga immortale, rendendo Darth Vader uno dei simboli del male più efficaci nella storia del cinema.

La preparazione che Yoda impone a Luke Skywalker (“Provare no! Fare, o non fare. Non c’è provare!“) e soprattutto il duello con l’indimenticabile epilogo: “Io sono tuo padre!”, fanno parte integrante della cultura cinematografica di più di una generazione, e continuano ad essere abbondantemente citati al cinema e in televisione.

Che la Forza sia con te!

“Ama il tuo nemico” di John Carlin

 (2009, Sperling & Kupfer)

Per un amante del rugby come me che ha visto in diretta, appiccicato al televisore, la finale del Campionato del Mondo del 1995 – tifando Nuova Zelanda e soprattutto quel gigante veloce come un fulmine di Jonah Lomu – è molto facile amare questo libro.

Ma anche per chi non conosce la palla ovale è un’ottima occasione per comprende al meglio il difficilissimo compito che ha dovuto affrontare il grande Nelson Mandela.

Carlin ricostruisce la storia del Sud Africa nel suo momento più difficile, quando il primo Presidente di colore della storia, grazie anche a una partita, è riuscito a scongiurare una sanguinosa guerra civile e a unire – il più possibile – una Nazione.

Leggendo “Ama il tuo nemico” si comprende a pieno il significato più profondo del gesto che Mandela fece il giorno della finale: indossare la maglia degli Springboks, fino ad allora fra i simboli più arroganti e feroci dell’Apartheid.

Indimenticabile.

Da questo libro il bel film “Invictus” di Clint Eastwood.

“Secretary” di Steven Shainberg

(USA, 2002)

Lee (Maggie Gyllenhall) è una ragazza complicata, complicata come il rapporto che ha con sua madre, con gli altri e soprattutto con il suo corpo.

Nei momenti di maggiore tensione l’unica cosa che riesce a calmarla è infliggersi piccole ferite su parti nascoste della propria pelle. Per questo è stata ospite di una clinica specializzata che le ha dato un po’ di serenità.

Ma Lee non può passare tutto il tempo rintanata in casa, deve trovarsi un lavoro. Rispondendo ad un annuncio per un posto di segretaria la giovane incappa nel signor Grey (James Spader), datore di lavoro tenebroso, molto particolare e con gusti davvero strani.

Fra i due si instaura un rapporto insolito e morboso, ma allo stesso tempo profondo, che permetterà a Lee di vedere se stessa, finalmente, con occhi nuovi.

Ottima commedia a tinte forti davvero originale.

“I soliti ignoti” di Mario Monicelli

(Italia, 1958)

Dimmi un po’ ragassolo, tu conosci un certo Mario che abita qua intorno?
– Qui de Mario ce ne so’ cento.
– Oh sì va bene, ma questo l’è uno che ruba…
– Sempre cento so’
!

Così si apre una delle colonne portanti della commedia all’italiana, e quindi della cinematografia planetaria. C’è poco da aggiungere sul film scritto da Age, Furio Scarpelli, Suso Cecchi D’Amico e dallo stesso Monicelli.

Oltre ad aver lanciato nella commedia Vittorio Gassman e nel cinema in generale Claudia Cardinale, continua ad essere oggi una fucina di situazioni e battute che sono entrate nella nostra vita quotidiana.

Insomma: una vera e propria opera d’arte.

“On Writing – Autobiografia di un mestiere” di Stephen King

(2001, Sperling & Kupfer Editori)

Di manuali o raccolte di consigli dedicate ad aspiranti scrittori ce ne sono tanti. Ma questa scritta da Stephen King è quella che mi ha colpito e aiutato di più.

Io non sono un amante degli horror, ma amo profondamente i libri di King nonostante a fatica superi le pagine più splatter e demoniache.

E in questo libro il Re parla in maniera semplice ed efficace del suo mestiere, della genesi di alcune sue opere, delle grandi difficoltà affrontate, delle soddisfazioni e dei pericoli più nascosti nello scrivere, oltre a fornire una serie di semplici e fondamentali consigli utilissimi come ad esempio: “l’onestà nel raccontare compensa moltissimi difetti stilistici mentre mentire è il peccato irreparabile in assoluto”.

Fondamentale.

“Breve incontro” di David Lean

(UK, 1945)

Tratto dalla pièce teatrale di Noël Coward, è uno dei film più struggenti della cinematografia mondiale.

Alec (Trevor Howard) e Laura (Celia Johnson) si incontrano casualmente nel bar della stazione, pochi minuti prima che ognuno dei due torni a casa dalla rispettiva famiglia. Col passare delle settimane l’incontro diventa sempre più atteso, fino a quando Alec non prenderà una drastica decisione…

Il film si apre con la stessa scena con cui poi si chiuderà, ma viaggiando nel lungo flashback che ricostruisce al storia fra i due, torniamo nel bar della stazione con emozioni così forti e diverse da toccare il cuore.

Un capolavoro che non si dimentica facilmente.

Nel 1984 Ulu Grosbard firma il remake ma in USA “Innamorarsi” con Robert De Niro e Meryl Streep, bel film ma imparagonabile rispetto a questo.

Da vedere.

On Writing

“Una comunità che non sostiene i propri artisti sacrifica l’immaginazione sull’altare della cruda realta’, rischiando di coltivare sogni senza valore”  Yann Martel dalla prefazione di “Vita di Pi“.

La rete crea e offre nuove opportunità. Sono arrivati gli e-book e, soprattutto, la nuova possibilità di “auto” pubblicarsi.

Amazon, così come già in altri paesi, anche in Italia dà a tutti la possibilità di pubblicare il proprio libro. Adesso i nuovi autori non arrivano più solamente dalla televisione, dal cinema o dalle scuole di scrittura: tutti hanno la possibilità di farsi leggere.

A decretare il successo di un libro invece che di un altro non saranno più solo la televisione, i media, le scuole di scrittura o gli addetti al marketing delle case editrici, ma anche i semplici lettori che giudicheranno il testo in base esclusivamente ai propri gusti.

Troverai così i miei libri in edizione e-book e in quella cartacea solo su Amazon, e ne potrai leggere una breve desrcizione nelle pagine  I miei libri. Potrai così scegliere il formato che preferisci!

Condividendo in pieno quello che diceva il grande Jorge Luis Borges: “Che altri si vantino delle pagine che hanno scritto; […] io sono orgoglioso di quelle che ho letto” –  da “Poesie (1923-1975)” nella categoria La Mia Biblioteca troverai delle considerazioni su libri – usciti da poco o da qualche decennio – che mi sono piaciuti e che hanno incrementato la mia voglia di scrivere. Gli stessi criteri valgono per i film nelle categorie La Mia Cineteca, La Mia TVteca e Il MioTeatro.

Criteri diametralmente opposti, invece, valgono per la categoria Il Mio Trash, che ospita film “teribbili” che non sono riuscito a smettere di guardare fino alla fine. Questo perché spesso si impara di più dalle cose sbagliate che da quelle ben fatte, ma soprattutto perché in ognuno di noi c’è una parte autolesionista che a volte vince il telecomando…

Buona lettura!