“Tre uomini in barca (per non parlare del cane)” di Jerome K. Jerome

(Feltrinelli, 1889/1997)

Qui parliamo di uno dei libri più divertenti della storia, probabilmente di quello che ha fatto poi coniare il termine: “humor all’inglese”.

Avrebbe dovuto essere una comune guida alle escursioni in barca sul Tamigi, ma Jerome K. Jerome firma uno degli scritti più divertenti di sempre.

“J” – lo stesso Jerome – racconta le vicissitudini della preparazione prima e dell’attuazione poi di una lunga gita in barca sul Tamigi fatta assieme ai suoi amici George e Harris (veri conoscenti dello stesso Jerome, realmente esistiti).

Se per raccontare la trama bastano poche righe, per parlare invece delle esilaranti situazioni e delle numerose gag che Jerome narra ce ne vorrebbero molte di più.

La sua incredibile longevità è dovuta soprattutto al grande spirito ironico con cui è scritto e alla freschezza del suo stile. Per chi ama navigare sull’acqua e sulla fantasia.

Da leggere e rileggere in momenti no.

“Il pranzo di Babette” di Gabriel Axel

(Danimarca, 1987)

Pellicola premio Oscar come miglior film straniro, “Il pranzo di Babette” è l’adattamento di un racconto della grande Karen Blixen.

Alla metà del XIX secolo, in un piccolo paese della Danimarca, vive una comunità la cui guida spirituale è un pastore protestante che ha impostato la propria vita all’insegna della frugalità. Anche le sue due giovani e belle figlie, Martina e Philippa, ruotano intorno alla figura del padre, respingendo diverse proposte di matrimonio.

Molti anni dopo, alla porta delle sorelle ormai alla soglia dellla terza età, si presenta una donna francese con in mano una lettera di uno dei vecchi pretendenti delle due. La straniera, Babette Hersant (Stéphane Audran) dice la lettera, suo malgrado è dovuta fuggire da Parigi, dove ha lasciato tutti i suoi averi, per scampare alla ghigliottina che ha travolto il resto della sua famiglia.

Le due donne non possono pagarla, ma sono in grado di ospitarla e nutrirla, in cambio lei farà loro da cameriera.

Quattordici anni dopo, arrivano da Parigi diecimila franchi d’oro vinti da Babette alla lotteria. Le due sorelle sono convinte che la loro ospite tornerà in Francia mentre Babette, invece, userà il piccolo patrimonio per organizzare il pranzo del centesimo anniversario della nascita del padre delle sue ospiti, evento al quale parteciperà tutta la piccola comunità.

Durante il fastoso pasto, Martina e Philippa, scopriranno che Babette era la cuoca di uno dei ristoranti più importanti di Parigi e che…

Splendida pellicola intimista e malinconica, fatta più di immagini che di parole. Alla vigilia dei suoi trent’anni, ancora bella emozionante e che ci racconta ancora tanto.

Da vedere.

“I giorni dell’abbandono” di Elena Ferrante

(Edizioni E/O, 2002)

Ci sono molti modi per raccontare cosa può provare una donna nell’essere abbandonata dal marito, nell’essere tradita dall’uomo col quale aveva deciso di creare una famiglia, e questo di Elena Ferrante è uno di quelli che mi è piaciuto di più.

La Ferrante ci porta nel gorgo delle emozioni impetuose, crude e autodistruttive di una donna che affronta il tradimento del marito e la grande umiliazione della scoperta della sua dinamica. La dura realtà comprometterà l’equilibrio della protagonista che a stento riuscirà ad occuparsi dei due figli piccoli. Ma…

Volete un bel libro italiano, eccolo. La sua autrice, poi, sta diventando giustamente una scrittrice di culto (chiunque essa sia…).