(Italia, 1963)
Che il film diretto da Dino Risi – anche a distanza di 50 anni – sia una delle pietre miliari della cinematografia italiana – e non solo – è un dato di fatto. Scegliere fra i vari episodi è davvero difficile, ma visto che qui si parla anche di scrittura, stavolta mi soffermo su quello intitolato “La Musa”.
Uno stratosferico Vittorio Gassman “En Travesti” – come dicevano all’epoca dell’uscita della pellicola per non dire travestito – impersona una volitiva critica letteraria toscana che presiede la giuria di un noto premio di scrittura.
Nonostante le resistenze alla fine, con la sua parlantina e le sue punzecchiate personali, riesce a far votare tutti gli altri giurati a favore dell’opera prima di un giovane sconosciuto, considerata banale e grossolana.
L’episodio si chiude con il giovane vincitore che, nella sua camera d’albergo, viene sedotto dalla sua nuova Musa.
Ma non scherziamo! Figurati se negli anni Sessanta i premi letterari erano lottizzati e pilotati! …Ridicolo!
Si diceva in giro all’epoca – in maniera del tutto infondata, naturalmente… – che Gassman e Risi avessero intenzione di prendere in giro Maria Bellonci, la “madre” del Premio Strega… cattiverie gratuite e immotivate!