(Uovonero, 2013)
Questo romanzo è stato scritto da Siobhan Dowd prima della sua prematura scomparsa avvenuta nel 2007. La scrittrice inglese – di origini irlandesi – ha lasciato alcune idee e soggetti da cui sono stati tratti alcuni romanzi e film di successo come “Sette minuti dopo la mezzanotte” scritto poi da Patrick Ness che ha anche un bellissimo adattamento cinematografico, e “Il mistero del Guggenheim” scritto da Robin Stevens.
Ma torniamo a “Il mistero del London Eye”: Ted è un ragazzino di circa dodici anni molto particolare, la sua mente immagazzina e memorizza tutto ciò che i suoi occhi scrutano. Per molti Ted è semplicemente un adolescente nell’ambito dello spettro autistico, ma lui, sua sorella Kat, sua madre e suo padre sanno che non è banalmente così.
Ted ha la passione per la meteorologia i cui bollettini segue ogni sera alla radio sdraiato nel suo letto. Un weekend però Ted deve rinunciare alla sua cara abitudine perché deve dividere la stanza con Salim, suo cugino venuto a Londra con zia Gloria, la sorella di sua madre.
I due si stanno per trasferire a New York, ma Salim prima di lasciare il vecchio continente vuole vedere il famos London Eye, la ruota panoramica che sovrasta la metropoli. Proprio salendo sulla cabina dell’enorme ruota meccanica Salim scompare nel nulla, lasciando la madre e la Polizia senza il minimo indizio.
Solo le capacità deduttive di Ted riusciranno a risolvere quello che sembra davvero un rompicapo senza uscita.
Gran bel romanzo per ragazzi con un ritmo avvincente e uno stile davvero unico e affascinante. Un inno alla tollerenza e all’amore per gli adolescenti che, come sapeva raccontare magistralmente la Dowd: indipendentemente dal sesso, dal colore della pelle, da una sindrome neurologica o meno, sono solo dei bambini che si affacciano per la prima volta sul mondo crudo e disilluso degli adulti.
Da leggere.