(USA/Canada/Emirati Arabi/UK/Francia, 2012)
Domanda: che cos’è stata la Disco Music, oltre a un normale fenomeno musicale?
Risposta: una delle più grandi rivoluzioni del Novecento!
Come dare torto all’autore di questo documentario dedicato al genere musicale che amo nel più profondo delle mie budella?
Ma bando ai gusti personali, è ineccepibile che la Disco abbia contribuito a dare spazio e autorevolezza a due “figure” della società che allora ne avevo poca: quella della donne e quella degli omosessuali.
La Disco, infatti, è stato il primo genere musicale in cui i testi richiamavano e inneggiavano esplicitamente al piacere fisico delle donne, “Love to Love You Baby” interpretata dall’indimenticabile Donna Summer è solo uno dei tanti esempi.
Negli anni della sua affermazione il femminismo riceve un appoggio importante e inaspettato da un tipo di musica che molti considerano sciocca e frivola, e per questo all’inizio poco controllata e censurata.
Per quanto riguarda poi gli omosessuali non si può negare che, proprio a distanza di tanti anni, gruppi come i Village People siano stati rivoluzionari strappando dall’ombra dell’oblio l’icona dei gay – anche se purtroppo non ancora del tutto – associandola alla gioia di vivere e al culto del proprio corpo; icona che fino ad allora invece veniva comunemente accomunata solo ad accezioni negative e troglodite.
Ma non basta, rivoluzionario è stato anche il modo in cui la Disco si è imposta nel mercato.
Kastner, con interviste ai protagonisti e classifiche discografiche di quegli anni alla mano, ci mostra come un genere nato dentro pochi club newyorkesi abbia scalato le classifiche di tutto il mondo.
In quegli anni il principale – e di fatto unico – mezzo di promozione della musica era la radio, e per questo si era istaurato fra le maggiori emittenti e le major discografiche un profondo rapporto, diciamo così, “clientelare”.
Nessun disco poteva avere successo se non veniva trasmesso alla radio. Ma ecco che arriva la rivoluzione: i ragazzi che la sera prima ballano questo nuovo genere musicale, il giorno dopo corrono nei negozi a comprare i dischi.
Lentamente questi nuovi e sconosciuti interpreti/autori scalano le classifiche di vendita, fino ad arrivare alla vittoria finale: al numero 1 della top Billboard arriva “Love’s Theme” dell’immenso Barry White e la sua Love Unlimited Orchestra.
Per non parlare della cover di “Never Can Say Goodbay” interpretata da Gloria Gaynor, su cui la stessa redazione della rivista si chiede: “Qualcuno può spiegarci come sia possibile che questa canzone abbia venduto 20.000 copie in una settimana senza essere mai stata trasmessa da una radio?”.
Alle major e alle emittenti non rimane altro che adeguarsi al nuovo e incontrollabile genere, che invaderà anche il cinema con “La febbre del sabato sera” diretto da John Badham nel 1977, e avrà il suo tempio indiscusso nello Studio 54 di New York.
Ma ciò che è incontrollabile è per molti pericoloso e così…
Occhio però, non osate pensare che sia morta: la Disco è viva e combatte accanto a noi!