(Italia, 1976)
Nel prestigioso Conservatorio “Morlacchi” di Perugia spicca l’insegnante di violino Giovanni Russo (Domenico Modugno), sia per la sua bravura che per la sua riservatezza.
La giovane allieva Laura (una carina quanto totalmente inespressiva Rena Niehaus), figlia della Contessa di Sansevero (principale sovvenzionatrice del Conservatorio), si invaghisce dell’uomo che però nasconde un triste segreto…
Un vero polpettone doc con tutti i crismi, fazzolettoni bianchi per le lacrime finali compresi (nonostante il titolo che sembra quello classico di un pecoreccio tanto di moda all’epoca).
Il grande Mimmo Modugno, che sul palcoscenico – sia per cantare che per recitare – non aveva rivali (o quasi), davanti alla macchina da presa invece rimane sempre un po’ impacciato.
Ma anche questo fa parte del fascino trash di questa pellicola realizzata comunque da ottimi artigiani cinematografici (come era nella nostra grande tradizione ormai andata).
Due chicchette: i titoli di testa con scorci da cartolina di Perugia, e i dialoghi da fotoromanzo fra Russo e la volitiva e glaciale Contessa di Sansevero.