(Italia/Francia, 2008)
Con questo bellissimo documentario diretto da Christina Clausen ripercorriamo l’intensa, ma troppo breve, vita del grande artista di strada Keith Haring.
Nato in una piccola cittadina della Pennsylvania nel maggio del 1958, vista la sua grande propensione al disegno e alle arti in generale, Keith si trasferisce appena ventenne a New York iscrivendosi alla Scuola delle Arti Figurative.
La Grande Mela in quegli anni sta diventando il centro del mondo per molti ambiti della cultura e della società, e così il giovane Haring entra in contatto con quelli che di lì a breve diverranno – come lui – artisti di fama mondiale.
Ma sono gli stessi anni in cui la comunità gay newyorchese è travolta dalla tragedia dell’AIDS, che stroncherà il giovane e ormai immortale Keith Haring il 16 febbraio 1990 a soli 31 anni, lo stesso che qualche anno prima era stato fra i primi personaggi famosi a parlare pubblicamente della sua malattia.
Ma oltre a ciò, questo documentario ci descrive al meglio il genio di Haring e la sua infinita voglia di donare a tutti la sua irripetibile arte – basta buttare un occhio sul sito della sua fondazione dedicato all’incontro fra l’arte e i bambini, che contiene anche percorsi dettagliati per gli insegnati delle scuole primarie – cosa che faceva storcere non poco il naso ai galleristi.