(Adelphi, 2001)
Questo romanzo, scritto nel 1908, è uno dei più fantastici ed enigmatici che abbia mai letto.
Alfred Kubin (1877-1959) disegnatore, illustratore e ovviamente anche scrittore austriaco, firma un racconto onirico e fantastico che segnerà il Novecento.
Leggendolo sono evidenti spunti e visioni che verranno poi sviluppati straordinariamente da geni come Franz Kafka, Gustav Meyrink (autore de “Il Golem”) e tutto il movimento Surrealista, e vi si trovano allo stesso tempo atmosfere e riferimenti a Edgar Allan Poe, autore che lo stesso Kubin aveva più volte illustrato.
La trama è apparentemente semplice: un illustratore viene invitato da Patera, un suo vecchio compagno di scuola, a trasferirsi nel misterioso Stato del Sogno, sconosciuto e invisibile ai profani.
Patera ha fatto fortuna e col suo immenso patrimonio ha fondato uno stato nel cuore oscuro dell’Asia, in cui si può accedere solo per invito. L’uomo, assieme alla moglie, accetta l’invito ma la vita nel nuovo e sconosciuto Paese gli riserverà inquietanti e terrificanti sorprese.
Visionario come pochi, “L’altra parte” è per chi ama viaggiare nel mare abissale della fantasia, senza paura di annegare.
Altro grande motivo per leggere questo libro sta nel fatto che vi sono, evidentissime e incantevoli, tante attinenze fra le visioni oniriche di Kubin e quelle del grande Federico Fellini, noto lettore dell’Adelphi.
Per la chicca: nel 1973 è uscito, nell’allora Germania Ovest, “Traumstadt” diretto da Johannes Schaaf e ispirato al libro di Kubin, ma del tutto introvabile visto che non è uscito nel nostro Paese.