(Sperling & Kupfer, 2020)
“Se scorre il sangue” è il terzo racconto dell’omonima raccolta, firmata dal maestro Stephen King, dopo “Il telefono del signor Harrigan” e “La vita di Chuck“, e prima di “Ratto“.
Torna Holly Gibney, personaggio che il Re ha creato per il romanzo “Mr. Mercedes“, e che ha inserito poi nei successivi “Chi perde paga” (2015), “Fine turno” (2016), “The Outsider” e “Holly“.
Siamo alle soglie del Natale del 2020 e Holly si appresta a chiudere la sua agenzia di investigazioni private “Finders Keepers” per le feste. Ma una terribile tragedia sconvolge tutto il Paese: in una scuola elementare è stata fatta esplodere una bomba che ha ucciso numerosi piccoli alunni e docenti.
Sul posto il primo reporter ad arrivare è Chet Ondowsky al quale si collegano tutti i principali network americani. Tutti gli Stati Uniti, compresa naturalmente Holly, seguono commossi e straziati le dirette del giornalista che poi partecipa in prima persona, assieme ai Vigili del Fuoco e alle Forse dell’Ordine, agli scavi fra le macerie in cerca dei sopravvissuti o dei corpi senza vita delle vittime.
Proprio seguendo una delle numerose dirette, Holly nota sul volto di Ondowsky un particolare che prima la inquieta e poi, definitivamente, la terrorizza. Perché quel particolare non può che farle pensare di trovarsi davanti un essere terrificante come quello che lei, insieme a Ralph Anderson, ha dovuto affrontare qualche tempo prima e che insieme chiamano ancora “Outsder”…
Ispirandosi al cinico detto giornalistico: “Se scorre il sangue, si vende!” il Re ci racconta una nuova storia di terrore, puntando il dito su un certo giornalismo sensazionalistico, che si ciba del dolore e della sofferenza altrui, compresa quella degli spettatori e non solo quella delle vittime.
Questo avvincente lungo racconto – e tutti gli altri tre… – che ha avuto un ottimo successo non solo negli Stati Uniti – dove Holly Gibney è la protagonista di varie serie televisive – ma anche nel nostro Paese, non può che farci riflettere sulla nostra editoria che continua a snobbare e ignorare, apparentemente senza motivo, il formato del racconto.
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