“The Cleanse” di Bobby Miller

(USA, 2016)

Paul (Johnny Galecki) è un trentenne triste e solitario, che passa le nottate sul divano guardando la televisione. La sua desolante situazione sentimentale è legata al suo modo troppo asfissiante e oppressivo di rapportarsi con le proprie partner. Così come nel lavoro Paul è stato sempre debole e remissivo tanto da farsi rubare idee e posto. Ma proprio una notte, sonnecchiando sul suo divano, Paul vede lo spot della singolare SPA creata e diretta dal dottor Ken Roberts (Oliver Platt) che grazie ai suoi unici e particolari ritrovati medici riesce a rigenerare la mente e il fisico delle persone, soprattutto quelle più moralmente rassegnate.

Grazie a una incredibile e irripetibile promozione, la SPA del dottor Roberts ospiterà gratuitamente alcuni clienti per un trattamento, che però dovranno presentarsi a una selezione il giorno dopo. Paul, disperato e visto che il soggiorno è gratis, si presenta alla valutazione e nel gruppo nota l’affascinante Maggie (Anna Friel). Superato il primo colloquio a Paul viene chiesto un prelievo di sangue, cosa che lo lascia alquanto perplesso. Dubbi che diventano sempre più consistenti anche quando, dopo essere stato chiamato per aver passato la selezione, a Paul viene chiesto di firmare una liberatoria alquanto particolare e dettagliata. Perplessità che però crollano quando viene a sapere che anche Maggie parteciperà al soggiorno.

L’uomo arriva così in un piccolo cottage nel bosco non lontano a quello di Maggie, che però sembra volerlo tenere sempre a distanza. Insieme agli altri ospiti l’uomo inizia il trattamento sotto le indicazioni di Lily (Anjelica Huston) la volitiva assistente del dottor Roberts. Oltre a un percorso emotivo e di rilassamento mentale, agli ospiti vengono offerti dei particolari bibitoni, creati appositamente per ciascuno di loro direttamente dalle mani di Roberts. Lily è tassativa: affinché il trattamento funzioni, ognuno di loro deve terminare la propria dose nel tempo stabilito e soprattutto ogni cocktail è stato assemblato ad hoc per ognuno, ed è quindi severamente proibito bere quello degli altri.

Se tutti gli ospiti, compresa Maggie, rimangono dubbiosi sulla loro strana bevanda, Paul invece ligio la beve tutta seguendo scrupolosamente le indicazioni di Lily. Poche ore dopo l’uomo viene colto da terribili conati che lo portano a vomitare nel lavandino del suo piccolo cottage. In breve lo scarico si ottura e per sturarlo Paul smonta il sifone dove trova, con stupore e all’inizio non poco ribrezzo, uno strano essere evidentemente prodotto ed espulso dalle sue viscere. Il piccolo e strano verme, anche se non ha un bell’aspetto, non sembra minaccioso e Paul istintivamente inizia a coccolarlo per poi nasconderlo. Poco dopo però scopre che anche Maggie, come quasi tutti gli altri ospiti, hanno “vomitato” un essere simile al suo anche se con caratteristiche differenti.

Lily e il dottor Roberts in persona comunicano a tutti che quello è il fulcro del trattamento, infatti il piccolo essere che hanno espulso ha sintetizzato in se stesso tutti i difetti e le debolezze di ognuno di loro – che sono in sostanza le cose che rendono la loro esistenza triste e irrisolta – e quindi ciascuno dovrà occuparsene, nel bene e nel male, prima di lasciare la SPA. Ma non tutti sono disposti ad abbandonare i propri difetti, soprattutto quelli dietro i quali ci si nasconde da tanto tempo…

Scritto e diretto da Bobby Miller, questo originale “The Cleanse” ci parla in maniera davvero singolare – e a volte anche cruda – di come e perché dobbiamo affrontare le nostre debolezze per poter vivere meglio.

Con accenti surreali e grotteschi che ricordano “The Lobster” di Yorgos Lanthimos, anche se con alcuni piccoli difetti nella sceneggiatura, questo film merita comunque di essere visto.                 

“50 e 50” di Jonathan Levine

(USA, 2011)

Non sono molti i film che parlano del drammatico impatto di una grave malattia nella vita di una persona – parafrasando il grande John Lennon – “occupata a fare altri programmi”, ma che riescono a non cadere nello scontato, nel melenso o nell’ipocrita, come questa bella pellicola diretta da Jonathan Levine.

Adam (un sempre bravo Joseph Gordon-Levitt), che lavora come giornalista in una famosa radio cittadina di Vancuver, dopo qualche settimana di continui e inspiegabili dolori alla schiena decidere di rivolgersi a uno specialista.

L’esito della vista è terrificante: un tumore raro quanto maligno avvolge un’ampia parte della sua colonna vertebrale. In poche ore Adam inizia così una dura chemioterapia.

Rachel (un’antipatica quanto brava Bryce Dallas Howard), la sua compagna, si offre di supportarlo nel difficile cammino. Anche il suo amico di sempre Kyle (Seth Rogen, che è uno dei produttori del film) lo sostiene nei giorni infiniti delle terapie e, soprattutto, dei terribili effetti collaterali, così come sua madre (Anjelica Huston) che ha già una vita alquanto complicata.

La terapia prevede anche un supporto psicologico e il medico preposto al suo sostegno è la giovane e inesperta Katie (Anna Kendrick).

Ma la malattia è una brutta bestia che non fa sconti a nessuno, così Adam imparerà suo malgrado su chi poter contare e su chi invece no…

Gradevolissimo film che – e qui non voglio spoilerare nulla – lascia con un bel sorriso alla fine.

Grande Jospeh Gordon-Lewitt e bravo anche Seth Rogen che a me fa sempre ridere.

“Buffalo ’66” di Vincent Gallo

(USA, 1998)

Vincent Gallo è diventato famoso facendo il modello per Calvin Klein.

Ma il suo vero amore è il cinema, amore che lo ha portato a partecipare prima come attore a varie pellicole famose (“La casa degli spiriti” di Billie August del 1993 fra tutte) e poi a debuttare alla regia.

In questa godibilissima e insolita commedia – che ha scritto insieme ad Alison Bagnall, diretto e per la quale ha composto ed interpretato anche le musiche – veste i panni di Billy Brown, un giovane scorbutico che appena uscito di prigione rapisce una ragazza (interpretata da una procace quanto brava Christina Ricci), incontrata in una scuola di tip tap, per portarla a casa dei suoi spacciandola per sua moglie.

L’incontro con i genitori (fantasticamente interpretati da Ben Gazzara e Anjelica Huston) è tanto inquietante quanto esplicativo del suo carattere nevrotico e della sua vita sbandata. Ma la giovane sconosciuta…

Nel cast anche un cameo di Mickey Rourke nei panni dell’allibratore con il quale Billy perde 10.000 dollari, cosa che segnerà la sua esistenza.

Si tratta di una commedia assai originale centrata sulle profonde cicatrici che fin troppo spesso lacerano le persone all’interno della loro stessa famiglia e che, per toni e sfumature, potrebbe aver tranquillamente ispirato “Il lato positivo – Silver Linings Playbook” di David O. Russell del 2012 con Bradley Cooper, Robert De Niro e per il quale Jennifer Lawrence ha vinto l’Oscar come migliore attrice protagonista. 

Da vedere …anche se non si tifa Buffalo.