“Crisis in Six Scenes” di Woody Allen

(USA, 2016)

Scoccati gli ottanta, il grande Woody Allen si è preso “la briga e di certo il gusto…” (cit.) di girare la sua prima serie televisiva. E per farlo ha scelto Prime Video che gli ha dato carta bianca.

Ambientata nei fantastici Sessanta, in una New York dove si respira l’aria della rivoluzione sociale e civile, “Crisis in Six Scenes” ci racconta come la vita tranquilla e ordinata dei coniugi Munsinger, Sidney (lo stesso Woody Allen doppiato per noi magnificamente da Leo Gullotta) e Kay (una strepitosa Elaine May) subisca l’impatto violento coi tempi che corrono.

Nel cuore della notte, infatti, la rivoluzionaria evasa dal carcere Lennie Dale (Miley Cirus) si intrufola in casa Munsinger. La scelta di Lennie è legata al vecchio rapporto stretto che Kay ha avuto da giovane con la sua famiglia. E quando la rivoluzione bussa alle porte…    

Sei deliziose puntate per una serie nel segno del genio di Woody Allen. E grande, e ovviamente ironica, riflessione su quello che davvero è stato il “mitico” ma ormai stantio e incartapecorito ’68.

Non si può non parlare anche della grande Elaine May. Figura fondamentale del cabaret e della satira americana a partire dagli anni Cinquanta, autrice di radio, cinema (suoi sono gli spassosi “E’ ricca, la sposo e l’ammazzo” e “Il rompicuori“, solo per fare un paio di esempi) teatro e televisione. La May, superati abbondantemente gli ottanta, tiene fantasticamente testa a Woody Allen che, comunque, è sempre lui. Anche in streaming!

“A che punto è la notte” di Nanni Loy

(Italia, 1994)

Cominciamo dal fatto che sono un fan di Carlo Fruttero e Franco Lucentini, e che il loro omonimo romanzo è fra i miei preferiti in generale.

Aggiungiamoci pure che ad adattarlo per la televisione ci lavora Nanni Loy (coadiuvato da Laura Toscano e Franco Marotta post “Pompieri” e pre “Commesse”) e che da dietro la macchina da presa Loy dirige un grande e crepuscolare Marcello Mastroianni (già minato dalla malattia che pochi mesi dopo lo vincerà) attorniato da un cast di prim’ordine: Max von Sydow, Angela Finocchiaro, Leo Gullotta, Carlo Monni, Ennio Fantastichini, Sergio Fantoni e Alessandro Haber solo per citarne alcuni.

Il commissario Salvatore Santamaria (che Mastroianni aveva già interpretato vent’anni prima nello splendido “La donna della domenica” di Luigi Comencini, tratto sempre dal romanzo di Fruttero & Lucentini) si trova a dover risolvere lo strano caso dell’omicidio di Don Pezza (Carpentieri), prete fuori gli schemi e in odore di eresia, che viene fatto saltare in aria durante una predica.

Questo “A che punto è la notte” è forse l’ultima grande produzione Rai, prima che la parola sceneggiato venga definitivamente sostituita con quella più asettica e commerciale di “fiction”.

E’ un piacere vedere la mano di Loy (destinato anch’egli a scomparire pochi mesi dopo la messa in onda di questa sua ultima opera) che caratterizza il racconto visivo, e che è capace di attingere direttamente da quello che fu il nostro splendido cinema.

Per veri intenditori.

“Gigolò per caso” di John Turturro

(USA, 2013)

Questa elegante e ironica commedia, scritta diretta e interpretata da John Turturro, vanta un cast stellare: Woody Allen, Sharon Stone, Liev Schreiber, Vanessa Paradis e Sofia Vergara.

Parlare con classe ed eleganza di prostituzione non è facile, ma farlo con ironia lo è ancora di più.

Certo, se il “corruttore” del protagonista – il buon Fioravante/Turturro – ha la faccia di Woody Allen (e la voce, merita di essere ricordato, di un bravissimo Leo Gullotta che davvero non ci fa mancare troppo quella dell’indimenticabile Oreste Lionello) la strada è in discesa, ma comunque merito a Turturro che firma una sofisticata commedia dedicata all’amor profano, con sottili e delicati accenni a quello platonico.

Sullo sfondo una crepuscolare New York.