“Hysteria” di Tanya Wexler

(UK/Lussemburgo, 2011)

Qualche simpatico buontempone ancora scherza sulla storia dell’emancipazione delle donne e su come queste vergognosamente venivano – e purtroppo a volte ancora oggi vengono – trattate e considerate.

Se ci fermiamo un attimo a pensare che nel nostro Paese il voto alle donne è stato concesso solo dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale c’è poco da fare gli spiritosi. E allora andiamo in Gran Bretagna, alla fine del XIX Secolo.

Il giovane medico Mortimer Granville (Hugh Dancy) viene assunto dal noto Dottor Darlymple (un bravissimo Jonathan Price) proprietario del più famoso studio medico di Londra che cura il male del momento: l’isteria femminile. Ovviamente parliamo solo di quella che affligge le ricche signore dell’alta borghesia e aristocrazia britannica. E la cura che propone il serio Dottor Darlymple non è altro che una masturbazione travestita da terapia medica. Tutte la altre donne si devono arrangiare. E se qualcuna esagera nell’essere troppo ribelle e volitiva, il Codice Penale di Sua Maestà prevede l’isterectomia coatta.

Darlymple ha due figlie femmine: Emiliy (Felicity Jones) e Charlotte (Maggie Gyllenhaal). La prima è la classica e remissiva donna che la società maschile esige, la seconda invece è volitiva, ribelle e indomita, proprio una spina nel fianco nel becero e conservatore padre. Viste le ottime capacità di Granville, Darlymple gli propone un accordo: sposare sua figlia Emily e succedergli un giorno come titolare dello studio. I sogni del giovane medico sembrano finalmente realizzarsi, ma i dolori lancinanti alla mano, che aumentano inesorabilmente dopo ogni seduta, e il suo successivo scarso rendimento li fanno naufragare.

Per fortuna l’amico d’infanzia di Granville, Lord Edmund St. John-Smythe (Rupert Everett), è un patito di nuovi macchinari a corrente elettrica, e sta mettendo a punto una sorta di piumino elettrico. Il nuovo e strano strumento verrà preso da Granville come spunto per realizzare il primo vibratore della storia…

Scritto da Jonah Lisa Dyer, Stephen Dyer e Howard Gensler, “Hysteria” ci racconta con eleganza e pungente ironia la nascita di uno degli strumenti più utili della storia, che ha contribuito a liberare le donne, così come la pillola anticoncezionale, da una schiavitù mentale, fisica e medievale. Strumento che però purtroppo ancora oggi troppi considerano – per ragioni quelle davvero imbarazzanti – un vero e proprio tabù.

“Brazil” di Terry Gilliam

(UK, 1985)

L’aggettivo visionario, per Terry Gilliam, è forse troppo riduttivo. Gilliam – oltre ad essere uno storico Monty Phyton – è un vero e proprio rivoluzionario dell’immagine. E questo suo film del 1985 – insieme a “L’esercito delle 12 scimmie” – è per me il più visionario e rivoluzionario di tutte le sue opere. Realizzato poi in anni in cui gli effetti speciali erano “fatti a mano” e con pupazzi o modellini.

Sam Lowry (un bravissimo Jonathan Price) è un grigio e goffo impiegato in un futuro non troppo lontano dove il mondo è dominato dalla burocrazia asservita al potere. La sua vita scorre tranquilla fino a quando non incontra la donna che sogna tutte le notti. La ragazza in realtà si chiama Jill (Kim Greist) fa la camionista, ed è segretamente sotto inchiesta…

Strepitosa satira surreale degli edonistici anni Ottanta, con cupe ambientazioni kafkiane e sequenze da vero e puro action, “Brazil” è un film cult che con gli anni diventa sempre più bello. Vanno ricordati i deliziosi camei di Robert De Niro, Ian Holm e Michael Palin, e la spettacolare citazione finale de “La corazzata Kotiomkin” del maestro Ejzenstein …di fantozziana memoria.

La sceneggiatura del film, scritta dallo stesso Gilliam assieme a Tom Stoppard (premio Oscar per lo script di “Shakespeare in Love” di John Madden) e Charles McKeown (che nel film interpreta Mr Lime), viene candidata giustamente all’Oscar.