“Dersu Uzala – Il piccolo uomo delle grandi praterie” di Akira Kurosawa

(URSS/Giappone, 1975)

Ispirato alle vere memorie del capitano russo Vladimir Arseniev che nei primi del Novecento viene inviato a capo di una piccola spedizione geografica ai confini con la Cina.

Lì incontra casualmente Dersu Uzala, un anziano cacciatore della tribù dei Gold, rimasto senza famiglia che decide di fare da guida al gruppo.

Il cacciatore mostrerà al militare russo come la sua gente vive in simbiosi perfetta con la natura che in quelle lande sembra così dura.

Arseniev viene mandato nella zona per una seconda spedizione e ritrova Uzala che anche questa volta lo accompagna. Ma il cacciatore sta diventando cieco e così Arseniev decide di riportarlo con se in città.

Il piccolo uomo delle praterie però è nato per vivere e morire nella sua terra, e così decide di tornarci, ma…

Splendido film, vincitore dell’Oscar e del David di Donatello come migliore opera straniera, con il quale il maestro Kurosawa ripercorre metaforicamente la storia recente del Giappone, che solo a metà dell’Ottocento era fermo al medioevo e che nell’arco di meno di un secolo si è trovato al centro di un devastante e tragico conflitto mondiale che ha stravolto buona parte della sua cultura millenaria.

Da vedere.