“Paranoia Agent” di Satoshi Kon

(Giappone, 2004)

Il geniale e visionario Satoshi Kon (1963-2010) realizza la sua unica – purtroppo… – serie anime da 13 episodi di circa 23 minuti l’uno, che viene trasmessa per la prima volta nel Paese del Sol Levante nel 2004.

In una grigia sera di Tokyo la giovane design Tsukiko Sagi cammina solitaria verso il suo appartamento. Nonostante il clamoroso successo che ha ottenuto in tutto il Giappone “Maromi”, il pupazzo cane che ha disegnato qualche tempo prima, la giovane è travolta dalla pressione.

E’ in post produzione la serie anime “Maromi Dolcesonno” che milioni di fan attendono trepidanti in tutto il Paese, e anche per questo lo studio presso il quale lavora pretende entro pochi giorni la consegna dei disegni di un nuovo pupazzo. Ma Tsukiko non ha alcuna idea, e mentendo ha preso un po’ di tempo. Meditando su come sfuggire alle scadenze, la giovane arriva a sperare in un “miracolo” che poco dopo si materializza alle sue spalle. Dal fondo della strada arriva un ragazzino, sui pattini a rotelle, che con un sorriso maligno le si avvicina e la colpisce alla testa con una mazza da baseball dorata.

L’aggressione suscita sdegno e scalpore non solo a Tokyo, anche se fortunatamente Tsukiko se la cava in pochi giorni. La situazione però precipita quando altre persone vengono aggredite dal diabolico ragazzino che sembra imperdibile. Attraverso gli occhi dei due poliziotti che seguono le indagini per la cattura di “Shonen Bat”, come è stato battezzato dai media l’aggressore, conosciamo le vittime tutte con un solo punto in comune: vivere un momento profondamente ansioso e angosciante…

Scritta dallo stesso Satoshi Kon assieme a Seishi Minakami e Tomomi Yoshino “Paranoia Agent” è, come tutte le altre opere del suo autore, un indimenticabile e allucinante viaggio nel profondo dell’animo umano, dove si scontrano, senza esclusioni di colpi, le nostre più terribili paure e le nostre più grandi speranze. Tutto narrato con mano geniale attraverso vari e diversi stili grafici e visivi, e con dinamiche narrative che ricordano quelle del grande Sergio Leone, non a caso sempre tanto vicino alla cultura nipponica. 

Da vedere.

“Perfect Blue” di Satoshi Kon

(Giappone, 1997)

Nel 1997 arriva nelle sale giapponesi l’opera prima del geniale maestro dell’animazione del Sol Levante Satoshi Kon (1963-2010) che adatta liberamente per il grande schermo, con la sceneggiatura scritta da Sadayuki Murai, il romanzo “Perfect Blue” pubblicato da Yoshikazu Takeuchi nel 1991.

Entriamo così nel mondo delle “Idol”, adolescenti che diventano famose soprattutto perché cantano in un gruppo musicale, spesso j-pop. Fra le varie Idol che furoreggiano fra gli adolescenti, e non solo, c’è il trio delle “Cham” in cui spicca Mima Kirigoe.

Ma la fama delle Idol è assai breve e così l’agenzia che segue Mima le propone di abbandonare le Cham per intraprendere la carriera di attrice – cosa assai frequente – visto che la produzione di una nota serie televisiva noir sembra interessata a lei.

Mima accetta e il nuovo pubblico sembra apprezzarla, mentre quello delle Cham ne rimane profondamente deluso, e forse qualcuno anche particolarmente indignato. Visto il suo aspetto assai attraente e la sua notorietà precedente la produzione propone a Mima una scena spinta che culmina con uno stupro. Rumi, una delle sue manager ed ex Idol, ne rimane inorridita, ma Mima accetta, come accetta poi di posare senza veli per una rivista per soli adulti.

La ragazza, finite le riprese e il set fotografico, non può negare a se stessa di sentirsi confusa e anche un pò delusa per le scelte appena fatte, ma la situazione precipita quando alcune persone che l’hanno portata ad abbandonare le Cham e ad accettare la carriera di attrice vengono trovate barbaramente uccise…

Gioiello d’animazione che palesa le grandi doti artistiche del suo giovane regista, con emozioni e strutture narrative che lo stesso Satoshi Kon svilupperà superbamente in splendide pellicole successive come “Millennium Actress” e “Paprika – Sognando un sogno“. Un thriller onirico e surreale che non concede tregua allo spettatore fino all’ultimo sospirato fotogramma.

Dopo la dissolvenza dell’ultimo titolo di coda, così come dopo quella di ogni altra pellicola di Satoshi Kon, rimane la triste consapevolezza che il brutto male che lo ha portato via a soli 47 anni ci ha privato anche di altre sue geniali e certamente indimenticabili opere.

Purtroppo oggi questo film, nel nostro Paese, è praticamente impossibile da trovare, se non nel mondo dell’usato dove i possessori di rare VHS o di rarissimi dvd in italiano chiedono prezzi vergognosamente imbarazzanti per venderli.

“Millennium Actress” di Satoshi Kon

(Giappone, 2001)

Attenzione, non vi fate fregare da vostri pregiudizi sui film d’animazione, qui parliamo di un grandissimo film, del puro e raro “cinema nel cinema” di alta qualità.

“Millennium Actress” – e mi assumo serenamente tutta la responsabilità! – di Satoshi Kon è un film che sicuramente sarebbe piaciuto al grande Francois Truffaut e che non sfigura accanto al suo capolavoro “Effetto notte”.

Il responsabile di un’emittente televisiva giapponese decide di realizzare uno speciale su Chiyoko Fujiwara, famosissima attrice cinematografica della metà del Novecento, che adesso, settantenne, vive una vita riservata insieme alla sua governante.

Nel corso dell’intervista Chiyoko rievoca, catapultandoci dentro il suo intervistatore e persino il cameramen, i fatti salienti della sua carriera legati inesorabilmente a quelli della sua vita privata che è ruotata attorno all’amore della sua vita: un giovane pittore sovversivo che lei per una notte ha nascosto e del quale non ha mai saputo il nome. L’unica cosa che lui le ha lasciato è stata una piccola chiave, la cui corrispettiva serratura lei ha sempre cercato…

Dov’è la linea di demarcazione fra la vita e il set per una grande e famosa attrice cinematografica? …Satoshi Kon – scomparso troppo presto – ce lo racconta molto bene e con una eleganza e uno stile da grande autore.

Una lezione di cinema a tutti gli effetti.

Da vedere.

“Paprika – Sognando un sogno” di Satoshi Kon

(Giappone, 2006)

In un futuro molto prossimo un’importante azienda tecnologica giapponese ha realizzato la DC-Mini, uno strumento medico che permette di entrare nei sogni di persone che hanno subito un grave trauma, accelerando il loro recupero con apposite terapie psichiatriche.

Atsuko Chiba è una dottoressa che lavora con la DC-Mini e da qualche tempo ha iniziato a usare la nuova tecnologia anche fuori i severi ambiti aziendali, per aiutare chi ne ha bisogno, dietro le sembianze del suo avatar Paprika.

Quando delle DC-Mini improvvisamente spariscono, alcune persone cominciano a dare segni di instabilità fino a diventare vere e proprie bambole impazzite. Paprika cercherà di capire chi c’è dietro e perché…

Uno dei migliori anime degli ultimi anni, con sequenze inquietanti come solo alcuni incubi possono esserlo.

In molti paragonano questo film a “Inception” (2010) di Christopher Nolan, ma a mio parere l’opera di Satoshi Kon – tratta dal romanzo di Yasutaka Tsutsui – è ancora più visionaria di quella del regista inglese.

Satoshi Kon – autore degli splendidi “Tokyo Godfathers” e “Millennuim Actrss” – è scomparso prematuramente il 24 agosto del 2010 dopo una breve ma implacabile malattia.

Per cogliere al meglio il suo elegante ma discreto genio basta leggere il suo ultimo post, pubblicato postumo sul suo sito: “Pieno di gratitudine per tutto ciò che di buono c’è nel mondo, poso la mia penna. Con permesso. Satoshi Kon”.

“Tokyo Godfathers” di Satoshi Kon e Shôgo Furuya

(Giappone, 2003)

Gin, Myuki e Hana sono tre senzatetto che vivono ai margini di Tokyo. Il primo è un alcolizzato che ha perso la sua famiglia, la seconda è un adolescente che è scappata di casa dopo aver aggredito il proprio padre poliziotto e il terzo è una Drag Queen con un incontenibile desiderio materno.

Sarà proprio lei, la notte di Natale, a trovare una neonata abbandonata fra i rifiuti. L’amore per la piccolina porterà i tre a cercare di rintracciare la madre, ma strani e drammatici eventi si metteranno sulla loro strada, costringendo ognuno di loro a fare i conti con il proprio passato.

Bellissimo e struggente film che ripercorre al meglio la grande tradizione dell’animazione giapponese, con momenti di vera magia, dedicato a tutti quelli che vivono ai margini.

Altre grande pellicola realizzata da Satoshi Kon come “Paprika – Sognando un sogno” e “Millennium Actress“.