“Oggi sposi: sentite condoglianze” di Melville Shavelson

(USA, 1972)

James Thurber (1894-1961) è stato uno dei collaboratori più rilevanti de “The New Yorker”. Ha iniziato come giornalista per poi scrivere racconti e vignette satiriche. Dalle sue opere sono state tratte molte commedie brillanti come “L’uomo questo dominatore” di Elliot Nugent del 1942, “Sogni proibiti ” con Danny Kaye e diretto da Norman Z. McLeod del 1947,”La battaglia dei sessi” di Charles Crichton nel 1960, o “I sogni segreti di Walter Mitty” diretto da Ben Stiller nel 2013.

L’argomento preferito da Thruber era quindi il rapporto, sempre assai complicato e burrascoso, fra donne e uomini. Dai suoi scritti, e soprattutto dalle sue vignette, è ispirato questo film.

Peter Wilson (un bravissimo, come sempre, Jack Lemmon) è un vignettista misantropo e solitario che vive orgogliosamente da scapolo impenitente. Ha raggiunto la mezza età senza mai scivolare nella “trappola” di un matrimonio, cosa che lo rende orgogliosamente fiero.

Da bambino, però, Peter ha avuto un incidente che gli ha causato la perdita dell’occhio sinistro. Col passare degli anni e, soprattutto a causa della sua totale noncuranza, anche l’occhio destro ha cominciato a dargli problemi. E quando decide di rivolgersi ad uno specialista scopre che forse è troppo tardi. Il medico, infatti, gli rivela che l’unica possibilità che ha di mantenere la vista, o almeno una parte di essa, è una complicata e rischiosa operazione.

Proprio uscendo dallo studio dell’oculista Peter si imbatte in Terry Kozlenko (Barbara Harris) agente editoriale di una nota casa editrice newyorkese. Anche se Terry è divorziata con tre figli poco meno che adolescenti a carico ed un cane piccolo ma molto rumoroso, Peter non può evitare di innamorarsi di lei. Ma il giorno delle loro nozze piomba alla cerimonia Stephen Kozlenko (Jason Robards) diametralmente opposto nel bene e nel male a Peter, ex marito di Terry e padre dei suoi figli, nonché fotografo di guerra stimato e premiato in tutto il mondo che…

Per comprendere al meglio quanto questo film riprenda la vita vera di Thurber basta pensare che nella realtà lui stesso, da piccolo e giocando coi suoi fratelli, perse l’occhio sinistro e che col passare degli anni i suoi problemi di vista si fecero sempre più gravi. Ma questo non gli impedì minimamente di osservare il mondo e commentarlo con i suoi scritti e le sue indimenticabili e caustiche vignette.

La sceneggiatura è scritta dallo stesso Melville Shavelson assieme a Danny Arnold che insieme, solo qualche anno prima, collaborarono alla storica serie televisiva “Il fantastico mondo di Mr. Monroe”, anch’essa ispirata alle opere di Thurber, creata da Shavelson, e il cui protagonista è un vignettista che quotidianamente è vittima della sua numerosa famiglia alla quale riesce a sopravvivere grazie solo ai suoi disegni.

“Appartamento al Plaza” di Arthur Hiller

(USA, 1971)

Il maestro Neil Simon ci parla di matrimonio, e lo fa con tutta la sua ironia, sagacia e ovviamente cattiveria. E’ lui stesso a scrivere la sceneggiatura di questo adattamento del suo omonimo lavoro teatrale “Appartamento al Plaza”.

Il grande e famoso hotel di New York non è più quel lussuoso paradiso sulla terra delle scene iniziali di “A piedi nudi nel parco”. C’è stata la contestazione (…sob…) che comunque ha messo in crisi le fondamenta della società e della famiglia tradizionale, e fra queste in primis il matrimonio.

Così Simon ci racconta in tre episodi il matrimonio fallito, quello tradito e quello temuto. A vestire i panni dei tre protagonisti maschili è uno strepitoso Walter Matthau che qui sembra nato apposta per interpretare Neil Simon.

Sue compagne di scena sono: una bravissima Maureen Stapleton (Oscar come miglior attrice non protagonista per “Reds”) nei panni della moglie fallita. Barbara Harris (nota attrice comica di teatro e collega nella Broadway dei primi anni Sessanta di attori come Elaine May o Mike Nichols) in quelli della moglie traditrice. E Lee Grant (Oscar come migliore attrice non protagonista per “Shampoo”) in quelli della madre di una ragazza che teme il matrimonio, visto come è diventato quello dei suoi genitori…

Se Neil Simon è sempre lui, Walter Matthau – qui doppiato superbamente da Gianrico Tedeschi – è inarrivabile.