“10 Cloverfield Lane” di Dan Trachtenberg

(USA, 2016)

Scritto da Josh Campbell, Matthew Stuecken e Damien Chazelle (già sceneggiatore e regista di “Whiplash” e “La La Land”) diretto da Dan Trachtenberg e, soprattutto, prodotto dal nuovo genio di Hollywood J.J.Abrams, “10 Cloverfield Lane” ti inchioda alla poltrona fino all’ultimo fotogramma.

Se da una parte possiede caratteri classici e claustrofobici di un thriller psicologico (tratti che ricordano fin troppo chiaramente la serie “Lost”) dall’altra è una chiaro riferimento al “Cloverfield” diretto da Matt Reeves nel 2008 e sempre prodotto da Abrams.

Michelle (una bravissima Mary Elizabeth Winstead) lascia il suo ragazzo Ben (la cui voce nella versione originale è di Bradley Cooper) e parte con la sua auto verso la Luisiana. Con lo scorrere delle ore arriva il buio e proprio poco dopo il tramonto la ragazza, ascoltando l’ennesimo messaggio del suo ex sulla segreteria del cellulare, ha un grave incidente.

Si risveglia con una notevole, ma ben curata, ferita sulla gamba e allo stesso tempo incatenata al materasso dentro una stanza di cemento senza finestre. Dopo un tempo che sembra infinito la porta rumorosamente si apre ed entra Howard (uno stratosferico John Goodman) che le porta il pranzo.

L’uomo le racconta quello che lei non ricorda: l’ha trovata gravemente ferita sul ciglio della strada e l’ha portata con se visto che il loro Paese è sotto un feroce attacco chimico. Adesso sono al sicuro nel suo bunker. Michelle non crede a una solo parola, ma quando scopre che nel bunker c’è anche Emmet (John Gallagher Jr.) un giovane vicino di casa di Howard che, non solo conferma la storia, ma le racconta anche che ha dovuto combattere con l’uomo per entrarci, la ragazza rimane perplessa. 

Michelle è sempre titubante e, con uno stratagemma, riesce a impadronirsi delle chiavi per uscire. Ma giunta alla porta esterna dal vetro vede…

Davvero un film tosto. Sconsigliato ai deboli di cuore e con un John Goodman in stato di grazia. Se davvero volete fare i superbi vedetevelo la notte, da soli, in una remota casa di campagna…  tzé!

“Whiplash” di Damien Chazelle

(USA, 2014)

Cosa sei disposto a sacrificare per realizzare il tuo sogno? …Per diventare un grande musicista, e in questo caso un grande batterista, sei pronto davvero a rinunciare a tutto?

Andrew (un bravissimo Miles Teller) è un ragazzo introverso che ama la musica, soprattutto il jazz, e la sua missione è suonare la batteria. Per questo frequenta un prestigioso college artistico di New York, dove insegnano i migliori artisti della città e forse degli Stati Uniti.

Fra questi c’è il leggendario Terence Fletcher (uno stratosferico J.K. Simmons), genio della musica e del jazz, dai modi rudi e spesso violenti. Andrew viene notato da Fletcher che lo ammette nella sua classe, dove la competizione però è davvero all’ultimo sangue. Il genio di Andrew è promettente ma Fletcher, per tirarlo fuori, è disposto a oltrepassare i limiti…

Bellissima e dura pellicola indipendente americana che parla del talento e dei suoi lati più pericolosi e oscuri.

Scritto e diretto da Damien Chazelle (classe 1985) “Whiplash” è davvero un piccolo gioiello che fra i numerosi premi vinti in tutto il mondo colleziona tre premi Oscar: miglior montaggio, miglior sonoro – e questo la dice lunga sulla musica nel film – e miglior attore non protagonista al cattivissimo e bravissimo J.K. Simmons che ha vinto anche il Golden Globe.

Da vedere col volume a palla.