“Senza indizio” di Thom Eberhardt

(UK, 1988)

Sul mitico Sherlock Holmes ne sono stati girati tanti di film, ma pochi hanno saputo prendere spunto dagli scritti dal grande Arthur Conan Doyle per aggiungere qualcosa di veramente nuovo. Fra questi spiccano “Piramide di paura” (che ipotizza un incontro fra Holmes e Watson al college) e questo “Senza indizio” che, con un colpo di genio, cambia le carte in tavola.

Il vero talentuoso e superbo detective, infatti, è il dottor John Watson (interpretato da un bravissimo Ben Kingsley) che, per non precludersi l’ingresso in un famoso studio medico londinese molto conservatore ma al tempo stesso amando le indagini, scrive i resoconti di queste inventandosi il fittizio investigatore Sherlock Holmes.

Quando la possibilità di entrare nel prestigioso studio medico sfuma e, soprattutto, i suoi racconti cominciano ad avere un certo successo, Watson assume Reginald Kincaid (uno strepitoso Michael Caine) attore squattrinato e ubriacone, per impersonare il suo Sherlock Holmes.

La farsa tiene a tal punto che ormai tutti ci credono e Watson è prigioniero della sua stessa menzogna. Frustrato, si accinge a denunciare al mondo la verità, ma l’ombra del malvagio Professor Moriarty (che ha il viso di Paul Freeman, già perfido archeologo ne “I predatori dell’arca perduta” di Spielberg) cala pericolosamente su Londra e sulle finanze di Sua Maestà…

Divertentissima commedia con un cast eccezionale (solo fra Caine e Kingsley in totale fanno tre premi Oscar), che proviene quasi tutto dalla grande tradizione teatrale britannica (a eccezione del bravo Jeffrey Jones che veste i panni impacciati dell’ispettore Lestrade) e con un Michael Caine davvero in stato di grazia.

Con un’ottima sceneggiatura (scritta da Gary Murphy e Larry Strawther su soggetto di Peter Benchley) “Senza indizio” è per gli amanti del segugio di Baker Street, e non solo.

“Boxtrolls – Le scatole magiche” di Graham Annable e Anthony Stacchi

(USA, 2014)

Tratta dal romanzo di Alan Snow “Arrivano i mostri!”, questa pellicola, interamente girata con la tecnica raffinata e certosina dello stop motion, è davvero una delle più belle e delicate degli ultimi tempi.

Ci sono molti modi per parlare ai più piccoli di pregiudizi e preconcetti, di apparenze e falsi perbenismi, ma difficilmente lo si riesce a fare come in questo film.

Per questo lo reputo adatto anche per tutti quegli adulti che continuano ad aggrapparsi a gretti fanatismi e all’obsoleta, quanto ottusa, paura del diverso; anche se certamente questi ameni adulti non hanno ormai più un briciolo della fantasia e della sensibilità dei bambini …poveretti.

Se nella versione originale Ben Kingsley è stato osannato per la sua bravura nel donare la voce all’infido Archibald Snatcher, nella nostra edizione merita un altrettanto grande plauso Massimo Lopez.