“Un bidone di guai” di Donald E. Westlake

(Mondadori, 2013)

Donald Edwin Edmund Westlake (1933-2008) è stato uno dei pilastri del romanzo giallo/noir americano. I protagonisti dei suoi libri sono spesso duri e implacabili. Ma viene ricordato anche come il primo grande autore ad aver inserito nelle sue trame e nei dialoghi dei suoi personaggi una marcata e spesso deliziosa ironia, tanto quasi da fondare un nuovo genere. E ancora oggi colpisce la modernità e l’irriverenza del suo stile.

Questo suo “Un bidone di guai” (“God Save the Mark” in originale) viene pubblicato la prima volta nel 1967. Il protagonista è Fred Fitch – che ci racconta tutto in prima persona… – è la classica vittima ideale di tutti i “bidonisti” di New York.

Non c’è piccola truffa della quale Fitch sia stato vittima, cosa che manda su tutte le furie il suo più caro amico Jack Reilly, un agente di Polizia, membro della Squadra B anti-truffe. Le cose prendono una piega inaspettata quando Fitch eredita in maniera del tutto inaspettata quasi quattrocentomila dollari da Matthew Grierson, un suo lontano zio mai conosciuto di persona. Visto poi che Grierson è stato ucciso…

Delizioso romanzo giallo, godibile fino all’ultima pagina dove ci arriviamo sorridendo, dopo aver vissuto un colpo di scena dietro l’altro.

Westlake è anche l’autore del romanzo “Anonima carogne” del 1962 del quale John Boorman realizza nel 1966 l’adattamento cinematografico “Senza un attimo di tregua“.

“Senza un attimo di tregua” di John Boorman

(USA, 1967)

Lo scrittore Donald E. Westlake (1933-2008) è considerato uno dei maestri americani indiscussi dei gialli e dei noir. Con la sua enorme produzione ha toccato numerosi generi, quello della fantascienza. Non è un caso quindi se nel 1991 venne candidata all’Oscar la sua sceneggiatura dell’ottimo “Rischiose abitudini” diretto da Stephen Frears, e tratta dal romanzo di un altro grande maestro del noir americano come “Big” Jim Thompson.

Ma ancora oggi Westlake è ricordato per i suoi noir duri e tosti, dove i protagonisti sono implacabili assassini e criminali. Come “Anonima carogne” (“The Hunter” in originale) pubblicato nel 1962 con lo pseudonimo di Richard Stark.

Walker (un granitico Lee Marvin) è un professionista della rapina. Una sera ritrova ad una festa il suo vecchio amico Mal Reese (un bravissimo e “antipaticissimo” John Vernon) che gli chiede aiuto per una rapina “facile facile”.

Si tratta di intrufolarsi sull’isola di Alcatraz – chiusa da poco come penitenziario – e derubare due semplici corrieri dei soldi, che da un elicottero verrano loro recapitati. Walker, Reese e Lynn, moglie dello stesso Walker, si preparano e senza particolari problemi immobilizzano i due, portando via la borsa coi soldi. Tutto procede come da piano solo che Reese, una volta presi i soldi, uccide i due corrieri e spara anche a Walker, con la complicità di Lynn.

Ma la pellaccia di Walker è più dura di un paio di pallottole. Lasciato solo sull’isola perché creduto morto, l’uomo invece riesce a raggiungere il mare e poi San Francisco. Definitivamente ripresosi Walker viene avvicinato da un distinto uomo d’affari che gli propone un patto: lui gli consegnerà Lynn e Mal e i soldi che questo gli ha rubato, in cambio dovrà eliminare alcuni alti vertici dell’Organizzazione, un gruppo criminale che ha radici in tutti gli ambiti della società. Così, come il Conte di Montecristo, Walker si prepara a gustare la sua vendetta e riavere i suoi soldi, ma…

Ottimo noir che, grazie anche alla regia di John Boorman – un vero innovatore del linguaggio visivo di quegli anni, che troverà poi il suo apice in “Excalibur” del 1981 – con una destrutturazione temporale fatta di flashback ad incastro, non ci lascia …un attimo di tregua. Nel cast brilla anche una splendida e conturbante Angie Dickinson (che con Marvin tre anni prima aveva girato lo strepitoso “Contratto per uccidere” del maestro Don Siegel).

Anche se oggi Lee Marvin è ricordato soprattutto come un “duro” alla Stallone o alla Swarzenegger, anche in questo film come negli altri da lui girati, possiamo invece apprezzare la sua grande arte interpretativa, sopratutto nelle scene in cui recita assieme alla Dickinson.

Nel 1996 Brian Helgeland gira il remake “Payback – La rivincita di Porter” con Mel Gibson nei panni del protagonista.

Il dvd riporta lo splendido doppiaggio originale fatto quando il film uscì nelle nostre sale e con il grande Renato Turi che dona la voce a Lee Marvin. Negli extra poi sono presenti due “making of” del film girati sull’isola di Alcatraz (in lingua originale e non sottotitolati), location d’effetto dove inizia e finisce il film.

Oltre a una sezione dedicata alla locandine internazionali del film – che personalmente reputo preziosi documenti che, ovviamente non solo per questo film, ci raccontato più di mille parole le mode, le tendenze e i sogni dell’epoca – negli extra è presente anche una galleria fotografica con foto di scena e del party di fine riprese, e il trailer in originale.