(USA, 1941)
Ispirato alla vita al magnate dell’informazione William Randolph Hearst – e nonostante l’età – “Quarto potere” è un film che va visto e rivisto periodicamente.
L’ascesa e la caduta politica e sociale di Charles Foster Kane sono fra le migliori fotografie del secolo breve. E come capita spesso per i capolavori che anticipano i tempi, la pellicola d’esordio di Orson Welles fu un clamoroso flop al botteghino, e le ire che suscitò a Hollywood – soprattutto quelle dello stesso Hearst – segnarono per sempre la sua carriera cinematografica.
Tanto per chiarire, il nome Rosebud (in italiano Rosabella) che nel film è la slitta con cui giocava da bambino il protagonista – elemento chiave nella narrazione – nella realtà dei fatti era l’appellativo con cui Hearst chiamava le parti intime della sua amante.
Per comprendere meglio Welles e il suo capolavoro consiglio di vedere il film per la tv “RKO 281 – La vera storia di Quarto potere” (1999) di Benjamin Ross, che ricostruisce dettagliatamente la sua genesi.
Non è un caso, quindi, che il film che ripercorre le vicende di Julian Assange si intitoli “Il quinto potere”.
Immortale.
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