(Sellerio 1969/2008)
Eccoci alla quinta indagine di Martin Beck, l’ispettore scandinavo creato dalla coppia Per Wahlöö e Maj Sjöwall.
Ad occupare la scrivania di Beck è questa volta un incendio che ha distrutto un piccolo stabile alla periferia di Stoccolma, nel quale sono morte quasi dieci persone.
Mentre la Scientifica è occupata a stabilire se si tratti di un incendio doloso o meno, Beck e i suoi uomini indagano sui defunti e sui feriti.
C’è soprattutto un uomo, tossicodipendente, con vari precedenti penali che attira l’attenzione degli investigatori, e l’autopsia rivela che era già morto prima dello scoppio dell’incendio. Ma…
Come sempre la coppia inventrice del giallo scandinavo ci regala un gran bel poliziesco, che ci porta negli antri più miseri dell’essere umano e in quegli angoli della società che troppo spesso non vorremmo vedere.
Per comprendere al meglio il loro lavoro e lo spessore delle loro opere, basta leggere una breve introduzione a firma degli autori che la Sellerio ha inserito nel volume:
“Non riteniamo che il romanzo tradizionale con il suo orientamento verso l’individuo sia adatto ad analizzare la nostra società. Il romanzo poliziesco invece è stato, fin dalle origini, più conscio dell’appartenenza dell’individuo ad un gruppo. La differenza risalta molto chiaramente osservando il modo in cui le azioni dei personaggi vengono motivate. Nel romanzo tradizionale i personaggi trovano le ragioni del proprio comportamento in un certo senso in loro stessi, indipendentemente da chi li circonda. Nel romanzo poliziesco le motivazioni di chi agisce sono sempre in relazione con le altre persone. Non si può immaginare un criminale assolutamente solitario. Egli è sempre legato alla società. La criminalità è una specie di espressione della società su un piano negativo […]”.