(USA, 1974)
Non è stato certo il cinema indipendente americano a fotografare per primo il dramma della terza età (l’immortale “Umberto D.” del maestro Vittorio De Sica insegna) ma questo piccolo e indipendente gioiellino firmato da Paul Mazursky merita di essere ricordato.
Grazie anche al suo protagonista Art Carney – che vince l’Oscar come miglior attore protagonista – e soprattutto al grande gatto Tonto che interpreta se stesso, questa pellicola ci regala un acquarello lucente, ma triste e malinconico, di un anziano alle prese con la solitudine.
Recita un vecchio detto nel mondo dello spettacolo che vuole che chi sappia far ridere sia indiscutibilmente anche capace di far piangere. Ad incarnarlo è senza dubbio Carney che per questa pellicola guadagna l’Oscar anche se nella sua carriera diventa famoso soprattutto per ruoli comici. Fu lui ad impersonare, infatti, Felix Ungar nella prima messa in scena teatrale de “La strana coppia” di Neil Simon avvenuta a Broadway il 3 ottobre del 1965 accanto a Walter Matthau nei panni di Oscar.
Tornando a “Harry e Tonto” è davvero un bel film ma molto malinconico, poi magari per tirarsi su ci si rivede qualche bel cartone animato…