(USA, 1978)
Qui parliamo di uno dei migliori musical di tutti i tempi, di una colonna sonora che continua a essere venduta – e quindi comprata – a distanza di quasi tre decenni.
Ma soprattutto di uno strepitoso spettacolo di 110 minuti che ogni volta che lo vedi – in qualsiasi punto del film tu ti inserisca – non puoi fare a meno di arrivare, con tristezza, ai titoli di coda.
Il grande successo della pellicola è certamente dovuto soprattutto alle musiche e al libretto originale del musical, che sbancò i teatri di tutta l’America e parte del globo (per capire la portata dell’evento basta dire che anche Richard Gere impersonò Danny Zucco in una versione teatrale americana, mentre Russell Crowe recitò in oltre 400 repliche in una australiana).
Su John Travolta e Olivia Newton-John è stato detto molto, ma pensando al cast c’è una cosa che mi inquieta: Travolta fu la seconda scelta. La produzione, infatti, aveva preso tutto il cast in relazione all’attore che avrebbe dovuto impersonare Zucco e trainare al successo il film.
Il prescelto, al quale il film quindi era stato ricamato addosso, era Henry Winkler, il Fonzie di “Happy Days”, che all’ultimo – per sua stessa ammissione – rifiutò per paura di rimanere legato al personaggio troppo simile a quello che già interpretava nella famosa serie tv.
Legato a Fonzie ci è rimasto lo stesso, ma senza tutte le milionarie royalties che invece si becca Travolta sulle vendite della colonna sonora.
Ma bando alle ciance: chi non avrebbe voluto avere a scuola un gruppo di compagne come le Pink Lady?
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