(USA/UK/Canada/Germania, 2018)
Il neozelandese Andrew Niccol – già autore e regista dello splendido “Gattaca – La porta dell’universo” e autore dello script di “The Truman Show” – è forse il regista cinematografico che più si avvicina all’anima irrisolta dei grandi quesiti che ci ha posto l’immortale Philip K. Dick.
Se con “Gattaca” si – e ci… – domandava come sarebbe stata la società quando gli esseri umani avrebbero potuto controllare e rendere “perfetto” il DNA dei nascituri; con questo “Anon” s’interroga su dove potrebbe arrivare il controllo assoluto delle persone.
Sal Frieland (un ruvido Clive Owen) è un detective della Polizia con un passato tragico, divorziato e alcolista. Il suo lavoro è molto più facile di quello dei suoi predecessori, visti i mezzi tecnologici a disposizione delle Forze dell’Ordine.
Ormai, infatti, tutto quello che le persone vedono e vivono viene registrato – attraverso i loro occhi – su infiniti database che i tutori della legge posso consultare semplicemente con uno sguardo.
Quando però Sal incappa in alcuni omicidi commessi da un “invisibile” hacker che si fa chiamare Anon (Amanda Seyfried con un caschetto nero alla Mia Wallace che è tutto un programma), le cose diventano complicate…
Un bel film, con davvero delle belle immagini.