“Essi vivono” di John Carpenter

(USA, 1988)

La cinematografia di John Carpenter è piena di grandi cult, ma scelgo questo perché mi ricordo bene gli “edonistici” anni Ottanta e, allo stesso tempo, sembra scritto e girato oggi.

John Nada (Rody Piper) è un operaio che a causa della grave crisi economica che si è abbattuta sugli Stati Uniti ha perso il lavoro ed è costretto a vagabondare da una città all’altra. Giunto in una nuova metropoli trova lavoro in un cantiere edile.

Finita la giornata John non ha un tetto dove andare ma Frank (Keith David), un collega, lo introduce nella sua sistemazione: una baraccopoli ai margini della città che ruota intorno a una piccola parrocchia.

La sera, come la maggior parte dei suoi vicini, John guarda la televisione ma strane interferenze disturbano i programmi. Nelle interferenze un uomo lancia strani allarmi che parlano dell’invasione da parte di extraterrestri che da anni hanno conquistato la Terra ma che, grazie alla passività degli umani e a sapienti mezzi di ipnosi sublimale, sembra non esserci mai stata.

Gli alieni – afferma l’uomo poco prima di essere interrotto dai programmi canonici patinati – hanno assunto ormai tutti i ruoli più importanti a livello economico e finanziario e, oltre a dominarci, stanno sperimentando sostanze chimiche e farmaci su di noi e sul nostro pianeta, proprio come se fossimo il “loro” Terzo Mondo.

John, come tutti quanti, ride incredulo, ma nota lo stesso uno strano movimento nella piccola chiesetta. Si intrufola nell’edificio che scopre essere il centro da dove partono quelle strane trasmissioni sovversive. Ma c’è di più, nello scantinato vengono fabbricati degli strani occhiali da sole e, quando la Polizia fa irruzione nella baraccopoli, per istinto ne ruba una scatola.

Allontanatosi dalla zona della retata, per curiosità, il giovane operaio si infila un paio d’occhiali e il mondo come lo conosceva finisce per sempre. Grazie a quelle strane e anonime lenti finalmente può vedere: tutta la città è piena di messaggi subliminali che istigano ad obbedire, a essere passivi e a guardare sempre la televisione.

Ogni insegna o cartello pubblicitario nasconde un messaggio, così come ogni rivista o libro, persino le banconote hanno il loro: “Io sono il tuo Dio”. Tolte le lenti tutto torna come fintamente normale. Ma la cosa più incredibile e che fra gli esseri umani vivono mimetizzati gli alieni che – guardandoli con gli occhiali – mostrano le loro terrificanti sembianze.

Dopo lo shock iniziale John decide di reagire e si unisce alla Resistenza. Lì viene indotto su come riuscire a sopravvivere – visto che gli alieni spacciano i membri della Resistenza come “Comunisti assetati di potere” – e soprattutto su come “risvegliare” il resto della popolazione.

I messaggi subliminali e la mimetizzazione degli alieni sono possibili grazie alle onde che vengono trasmesse da una speciale antenna nascosta fra quelle numerose del più grande network della città: basta eliminare quella e non ci sarà più bisogno di occhiali speciali per vedere la realtà. Ma la Polizia fa irruzione, qualcuno ha tradito…

Tratto dal racconto “Eight O’Clock in the Morning” di Ray Nelson, il film di Carpenter è uno dei gioielli del cinema indipendente americano con degli spettacolari spot pubblicitari girati ad hoc per il film.

Se dovesse tornare nelle nostre sale oggi bisognerebbe aggiungerci un sottotitolo: “Essi vivono – e non mollano le poltrone!”

Da vedere.

2 pensieri su ““Essi vivono” di John Carpenter

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