(USA, 1999)
Dopo lo splendido “Le ali della libertà”, Frank Darabont firma la regia del suo secondo adattamento di un’opera del Re Stephen King.
Questa volta si tratta di un romanzo a puntate, successivamente ricompattato per esigenze editoriali, fra i più duri contro la pena di morte scritti da King.
Come in “Rita Hayworth e la redenzione del carcere di Shawshank”, “Il miglio verde” è ambientato nell’America degli anni Cinquanta, periodo centrale nella narrativa del Re, e che lo stesso Darabont riesce a ricreare magistralmente sul grande schermo.
Ma la bellezza di questo film è dovuta anche a un cast straordinario fra cui spiccano ovviamente Tom Hanks – altro grande paladino a favore dell’abolizione della pena di morte negli USA -, Michael Clarke Duncan, David Morse e Sam Rockwell, davvero squilibrato e spietato.
Per la chicca: Darabont ha raccontato che Duncan (scomparso prematuramente nel 2012) era alto 1,94 centimetri, ma per renderlo “gigantesco” – come vuole il racconto – rispetto agli altri, l’attore dovette recitare la maggior parte delle scene su uno sgabello visto che Hanks è 1,84 e Morse 1,93.