“Lightyear – La vera storia di Buzz” di Angus MacLane

(USA, 2022)

“Nel 1995 a un bambino di nome Andy venne regalato un giocattolo ispirato a un famoso Space Ranger, protagonista di un noto film. E questo è il film…”

Così si apre il quinto lungometraggio cinematografico animato della saga di “Toy Story”, anche se più che di un prequel si tratta di un vero e proprio spin off, visto che è presente solo il mitico Buzz Lightyear.

Ci catapultiamo così nella prima rilevante missione stellare di quello che diverrà lo Space Ranger più famoso del grande schermo che, suo malgrado, sarà costretto ad affrontare la parte più oscura di se stesso…

Scritto dallo stesso Angus MacLane assieme a Matthew Aldrich e Jason Headley, che molto probabilmente erano ragazzi – o poco più – entusiasti e urlanti al cinema quando nel 1995 uscì il primo mitico “Toy Story”. Naturalmente anche io, che avevo “solo” 25 anni, uscii dal cinema entusiasta e urlante…

La grafica davvero incredibile ci ricorda ancora oggi come la Pixar sia stata la prima e rivoluzionaria casa di produzione a firmare un intero lungometraggio in computer grafica e, dopo quasi trent’anni, rimane sempre all’avanguardia.

Per gli amanti della precisione e dei riferimenti – come me… – questo film definisce e chiarisce bene alcune dinamiche nate nei precedenti film, come quella fra Buzz e Zurg per esempio. Ma se devo scegliere un personaggio dico il gatto robotico SOX, davvero irresistibile e che sembra un miscuglio fantascientifico fra il cane Straccy de “Il dormiglione” di Woody Allen e il mitico Signor Spock di Star Trek.

A distanza di quasi trent’anni dal suo esordio sul grande schermo Buzz Lightyear è sempre tosto e gaiardo.

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