“Il segreto dei suoi occhi” di Juan José Campanella

(Argentina/Spagna, 2009)

Ci sono molti modi per raccontare efficacemente un periodo tragico vissuto da un popolo o da una nazione, e quello di descriverlo indirettamente riflesso in un evento drammatico ma – ahimè – fin troppo quotidiano come un omicidio, a volte sembra essere il più efficace.

“Il segreto dei suoi occhi” è uno dei migliori esempi.

L’ufficiale giudiziario del Tribunale di Buenos Aires Benjamìn Esposito, appena raggiunta la pensione decide di scrivere un romanzo.

Il tema è quello di ricostruire l’omicidio di Liliana Coloto Morales, una giovane 23enne che nel 1974 venne picchiata, violentata e poi uccisa da ignoti a casa sua, mentre il marito era al lavoro.

Per farlo non può che confrontarsi con la sua ex capo, Irene Menéndez Hastings che all’inizio tenta di dissuaderlo ma alla fine lo asseconda.

Il viaggio nella memoria che farà Esposito sarà doloroso e straziante, sullo sfondo di un’Argentina che lentamente scivola nel dramma della sanguinaria dittatura del generale Jorge Rafeal Videla (che però non viene mai nominato direttamente).

Guardando questo splendido film, vincitore dell’Oscar come miglior opera straniera nel 2010, è inevitabile ricordare che proprio in quel periodo la FIFA aiutò il regime dittatoriale argentino a rifarsi un’immagine internazionale permettendogli di ospitare e poi vincere i Mondiali di Calcio del 1978, la foto di Videla che consegna la coppa al capitano biancoceleste Passarella è facilmente reperibile in rete.

Un gran bel film per non dimenticare.

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