“Tre camere a Manhattan” di Georges Simenon

(Adelphi, 2014)

Questo bellissimo romanzo del maestro Simenon viene pubblicato per la prima volta nel 1946 e si lega indissolubilmente alla vita personale del suo autore.

François Combe è un attore francese che ha lasciato la sua patria perché ferito nell’anima dal tradimento della moglie che pubblicamente lo ha “sostituito” con un altro attore più giovane. In America sperava in una carriera ricca e folgorante ma le sue interpretazioni non vanno oltre quelle del classico caratterista francese.

Per tirare avanti il più a lungo possibile con il limitato capitale che possiede vive in un piccolo e misero appartamento a Manhattan dove non c’è neanche il telefono. Tutto ormai sembra portare Combe ad imboccare un triste quanto misero viale del tramonto quando una sera, per non sentire ancora una volta le smanie sessuali dei suoi rumorosi vicini, esce in strada. Nel suo girovagare incappa casualmente in Kay Miller, una donna che come lui sembra non avere più molte scelte. Il loro amore, che all’inizio è esclusivamente materiale, si consuma in tre piccole, ammobiliate e squallide camere a Manhattan. Amore che però, inaspettatamente e non senza dolore, consentirà loro di ricominciare…

Struggente e appassionato, questo romanzo ci racconta un pezzo intimo della vera vita di Simenon che nel 1945 si stabilisce a New York prima di trasferirsi con moglie e figlio in Canada. Lì inizia a lavorare come sua segretaria Denyse Ouimet, che prima diverrà sua amante e poi sua moglie.

Alla prima parte del loro rapporto si ispira quindi “Tre camere a New York”. E come sempre Simenon ci regala lo splendido ritratto di una donna “perduta” (secondo i canoni etici dell’epoca) e irrisolta che però grazie al suo sentimento puro e sincero riesce ad offrire una nuova opportunità a se stessa e al suo amante, indiscutibilmente molto più fragile e insicuro di lei.

Simenon è sempre Simenon…

Nel 1965 Marcel Carné dirige l’adattamento cinematografico “Tre camere a Manhattan” con protagonisti Maurice Ronet e Annie Girardot, che per la sua interpretazione di Kay vince la Coppa Volpi alla Mostra del Cinema di Venezia.

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