(Francia, 2017)
Scritto – tratto da una sua opera – e diretto dalla commediografa, attrice e regista francese Blandine Lenoir, “50 primavere” ci parla di quello che una volta era chiamato, in maniera cruda e volgare, “il cazzotto”: ovvero l’arrivo della menopausa.
La società – e nello specifico parliamo di quella francese, che di certo è più emancipata e meno maschilista di quella italiana… – cerca in ogni modo di ostentare un’imparzialità nel trattamento fra i due sessi, che però ha molti limiti nella vita reale.
Così seguiamo la vita quotidiana di Aurore (una splendida, in tutti i sensi, Agnès Jaoui, già regista de “Il gusto degli altri”) che alle soglie dei cinquant’anni deve affrontare numerose novità.
La prima è l’arrivo implacabile della menopausa con tutti i disagi fisici e morali che essa comporta. Contemporaneamente sua figlia maggiore le comunica di essere incita e quindi a breve Aurore diventerà nonna.
Per “migliorare” il suo umore poi, il proprietario del locale in cui lei da anni fa la cameriera ha venduto tutto a un giovane rampante che, vista la sua “età”, le relega dietro il bancone, facendo girare fra i tavoli le sue colleghe più giovani e – secondo lui – più piacevoli da guardare…
Ma Aurore è una donna, e le donne hanno risorse che noi uomini troppo spesso non riusciamo neanche a immaginare.
Deliziosa commedia al femminile sul tempo che passa e che, oltre alle cose, cambia anche il nostro aspetto interiore ed esteriore. Un inno alla vita, quella di tutti i giorni fatta di mille piccoli dolori e di pochi, ma buoni, grandi piaceri; che forse solo con l’età riusciamo davvero ad apprezzare.