“Panama Papers” di Steven Soderbergh

(USA, 2019)

Il 3 aprile del 2016 il Consorzio Internazionale dei Giornalisti Investigativi (ICIJ) pubblica il report “Panama Papers”, che si basa su circa 11,5 milioni di documenti confidenziali creati dallo studio legale panamense Mossack & Fonseca, e relativo a circa 214.000 società offshore sparse in tutto il mondo.

Nei documenti sono menzionati i leader di cinque Paesi – Arabia Saudita, Argentina, Emirati Arabi Uniti, Islanda e Ucraina – nonché alti funzionari di governo, parenti o collaboratori stretti dei leader di altri 40 Paesi fra cui l’Italia, la Gran Bretagna, la Spagna, la Russia e la Francia.

I documenti, sottratti in maniera clandestina allo studio Mossack & Fonseca, fanno luce su un’enorme rete finanziaria mondiale che controlla la vita – non solo economica… – di miliardi di esseri umani a loro totale insaputa. E ciò che appare ancora più grave è che quegli organi direttamente o indirettamente eletti dal popolo sono incapaci di controllare il sistema o spesso ne sono complici.

Sodenbergh ricostruisce la storia dello studio legale Mossack & Fonseca – interpretati rispettivamente da Gary Oldman e Antonio Banderas – e in parallelo quella Ellen Martin (una stratosferica, come sempre, Meryl Streep) una donna alle soglie della terza età che durante un incidente nautico perde il marito.

Oltre la tragedia, Ellen deve affrontare anche la beffa: la compagnia di assicurazione dell’imbarcazione che ha causato la tragedia fa parte di uno degli innumerevoli “gusci” (così vengono chiamate in gergo le società offshore) creati dallo studio legale panamense…

Scritto da Scott Z. Burns e tratto dal libro “Secrecy World: Inside the Panama Papers Investigation of Illicit Money Networks and the Global Elite” di Jake Berstein, “Panama Papers” – che in originale s’intitola non a caso “The Laundromat” ovvero lavanderia a gettoni – è un gran bel film che ha un solo difetto: vi farà imbestialire…

 

“Il quinto elemento” di Luc Besson

(Francia/USA, 1997)

Alla fine dello scorso millennio il regista francese Luc Besson dirige il film più costoso mai girato in Europa – fino a quel momento – riscuotendo al botteghino un successo clamoroso.

Con una storia classica e universale che Besson ha anche il merito di raccontare con estro, maestria e originalità, “Il quinto elemento” è uno dei film di fantascienza più riusciti degli ultimi anni.

Alla soglia, dopo cinquemila anni, del ritorno nell’universo del male assoluto, l’ex soldato delle truppe speciali della Galassia e ora tassista Korben Dallas (Bruce Willis) incappa casualmente in Leeloo (Milla Jovovich).

La ragazza, frastornata, è il Quinto Elemento, l’unica cosa in grado di fermare il male assoluto che già ai confini della galassia ha iniziato a minacciare la vita. Ed è tornata sulla Terra, dopo tanto tempo, per salvarla…

Godibilissima pellicola ricca di effetti speciali, gag e camei con la quale Besson dimostra che anche da questa parte dell’oceano siamo in grado di fra film spettacolari. Come sempre il cineasta francese racconta una donna molto speciale.

Memorabile Gary Oldman nei panni del cattivo…