“Labyrinth – Dove tutto è possibile” di Jim Henson

(USA/UK, 1986)

A Jim Henson, prematuramente scomparso nel 1990, quelli della mia generazione devono tanto.

E’ lui infatti, insieme alla moglie Jane (scomparsa pochi mesi fa), a portare la grande tradizione dei burattini sul piccolo schermo che avrà il suo apice negli anni Settanta col mitico “Il Muppet Show”.

Ma tornando a questo fantastico film – e l’aggettivo non è certo casuale – il cui soggetto è stato scritto dallo stesso Henson insieme a Dennis Lee mentre la sceneggiatura è firmata da Terry Jones (uno dei mitici Monty  Python), “Labyrinth” legittima definitivamente il genere fantasy nel mondo del cinema e dei giochi di ruolo prima e dei videogiochi poi.

La storia di Sarah (una bellissima Jennifer Connelly) che, costretta per l’ennesima volta a fare la babysitter al fratellino Toby, lancia un anatema al quale risponde subito Jareth il Re dei Goblin (un diabolico e fascinoso David Bowie) rapendo il piccolo, è davvero immortale.

Il viaggio di Sarah, che dovrà attraversare il labirinto per salvare il fratello, rimane uno dei viaggi nella fantasia pura più belli del cinema.

Due cose su tutto: la Gora dell’Eterno Fetore – i cui effluivi posso uccidere – e Sir Didymus e il suo fide destriero Ambrogio… indimenticabili!

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