“Roseanna” di Maj Sjöwall e Per Wahlöö

(Sellerio, 1965/2005)

Con questo romanzo, pubblicato per la prima volta nel 1965, esordisce l’investigatore più famoso della Scandinavia (e non solo) Martin Beck. Maj Sjöwall e Per Wahlöö riescono a creare un antieroe classico e malinconico, spietato nella caccia al colpevole, ma allo stesso tempo umano e comprensivo.

Nelle acque torbide e fangose di una chiusa lungo il Göta Canal, a Motala, viene ritrovato il corpo di una giovane donna. La ragazza è stata prima brutalmente violentata, strangolata, svestita e poi gettata nelle acque del canale. Sull’assassino così come sull’identità della vittima è buio totale.

Anche il reparto speciale della Polizia di Stoccolma non sembra venirne a capo, fino a quando arriva dagli Stati Uniti la denuncia di una ragazza scomparsa alcuni mesi prima. Si tratta di Roseanne MacGraw, che era partita per un viaggio solitario in Europa all’inizio dell’estate.

Beck e i suoi collaboratori riescono a ricostruire i movimenti della donna che è stata uccisa sul battello per turisti “Diana” nei primi giorni di luglio. Il “Diana” risale un lungo tratto del grande canale, e la traversata dura alcuni giorni.

E’ una delle attrazioni turistiche più note della zona. La compagnia fornisce il nome dei turisti imbarcati alla partenza, ma quelli occasionali – che salgono o scendono a una delle numerose fermate lungo il canale – sono praticamente irrintracciabili. Le cose cambiano quando a Beck viene in mente di chiedere alle persone che erano a bordo insieme alla McGraw le foto e i filmini girati durante le vacanze…

Nonostante il mezzo secolo superato, questo giallo non perde un colpo. E nonostante gli strumenti di investigazione della Polizia siano oggi fantascientifici, per come è ben scritto questo romanzo, non disturba affatto che il mezzo più sofisticato per comunicare di Beck sia il buon vecchio telefono fisso.

Da antologia la ricostruzione delle ultime ore di vita della vittima attraverso i filmini dei turisti.

Un pensiero su ““Roseanna” di Maj Sjöwall e Per Wahlöö

  1. Pingback: “Un assassinio di troppo” di Per Wahlöö e Maj Sjöwall | Valerio Tagliaferri

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *