“John Carter di Marte” di Edgar Rice Burroughs

(1994, 2012 Newton Compton editori)

“Sotto le lune di Marte”, “Gli dèi di Marte” e “Il signore della guerra di Marte” sono i tre romanzi contenuti nella raccolta dedicata al duro e battagliero capitano sudista che si ritrova catapultato su Marte.

Se tutti considerano giustamente il primo grande genio della fantascienza – e non solo – Jules Verne, Burroughs merita almeno un posto sul podio. “Sotto le lune di Marte” esce per la prima volta nel 1912 e oggi, superato il secolo, mantiene intatto tutto il suo fascino. Probabilmente John Carter ha scontato il successo planetario che qualche anno dopo riscuoterà il fratellastro “Tarzan, l’uomo scimmia”, nato anche lui dalla penna di Burroughs.

Ma vale davvero la pena seguire il capitano Carter quando entra in contatto coi popoli che abitano Barsoom (come i nativi chiamano il loro pianeta che noi invece appelliamo superficialmente Marte). Il paragone con l’incontro-scontro fra Vecchio e il Nuovo Continente è inevitabile.

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