“2 sotto il divano” di Ronald Neame

(USA, 1980)

Walter Matthau e Glenda Jackson tornano insieme per recitare in questa commedia, molto divertente tinta di spionaggio, in piena Guerra Fredda.

Il capace e smaliziato agente operativo della CIA Max Kendings (un sornione, e “paravento” come sempre, Walther Matthau) chiude ottimamente un’operazione di controspionaggio a Monaco di Baviera durata due anni.

Tornato a Washington però il suo nuovo capo Myerson (un antipaticissimo Ned Beatty) lo silura sbattendolo in Archivio fino alla pensione. Secondo lui, infatti, Max avrebbe dovuto arrestare anche Yaskov (Herbert Lom, già l’ispettore capo vittima di Closeau) capo del controspionaggio sovietico in Europa Occidentale.

Kendings tenta di spiegare Myrerson che è stato meglio lasciarlo al suo posto visto che lo conoscono da vent’anni, arrestarlo sarebbe significato avere un nuovo totalmente sconosciuto nemico. Ma Myerson, in maniera assai maleducata e arrogante, non lo fa neanche finire: il suo tempo è finito, gli urla in faccia, Kendings è ormai troppo vecchio e arrugginito e non c’è più spazio per vecchi “dinosauri” come lui nella nuova CIA!

Max Kendings, indignato, fa sparire il suo dossier e decide di prendersi una lunga vacanza in Europa andando a visitare la sua ex fiamma Isobel (Glenda Jackson).

Lì, visto che Myerson lo fa seguire convinto che voglia tradire e unirsi ai sovietici, Kendings decide di scrivere le sue memorie nella quali racconta le numerose azioni fallimentari e imbarazzanti eseguite o ideate dallo stesso Myerson, e spedisce i primi capitoli a tutti i servizi segreti planetari. L’Agenzia così inizia ufficialmente a dargli la caccia, ma…

Tratto dal romanzo “Spionaggio d’autore” di Brian Garfield (edito in Italia nel 1978) “Due sotto il divano” ci racconta soprattutto la fallimentare arroganza di una certa generazione nei confronti di quella passata.

Godibilissima commedia con battute memorabili (come: “…al campionato mondiale degli imbecilli arriveresti secondo …perché sei un imbecille”) che ci fa pensare ad un altro film, campione d’incassi, forse più action, ma sempre molto ironico come “Red” con Bruce Willis.

Per la chicca: il titolo originale è “Hopscotch” che in italiano sarebbe il gioco della campana, riferito al giro di nazioni e città che fa lo stesso Kendigs in poche ore, costringendo i suoi inseguitori a copiare le sue mosse.

Nella nostra versione a donare la voce a Matthau c’è, come sempre, il grandissimo e indimenticabile Renato Turi.

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