“Il caso Drabble” di Don Siegel

(UK, 1974)

Ci sono molti critici (ma d’altronde se non criticano loro?) convinti che questo del maestro Don Siegel sia uno dei suoi film minori. Certo, non parliamo di “Contratto per uccidere”, “Chi ucciderà Charley Varrick?” o “Fuga da Alcatraz”, ma non scherziamo: stiamo parlando comunque  di un maestro del cinema thriller – e non solo – che nel suo genere ha davvero – anche oggi – pochi rivali.

Il maggiore John Tarrant (un glaciale e implacabile Michael Caine) ha lasciato l’Esercito di Sua Maestà per entrare nei Servizi Segreti, nell’unità Anti Guerriglia. Se la sua carriera sembra promettere bene, il suo matrimonio ne ha risentito così tanto da naufragare, infatti la sua ex moglie vive in un’altra casa con il loro unico bambino.

Mentre Tarrant tenta di infiltrarsi in un gruppo terroristico affiliato all’Ira, suo figlio viene rapito. A casa della sua ex moglie arriva una telefonata di un tale signor Drabble (letteralmente infangare) che in cambio dell’incolumità di suo figlio chiede a Tarrant una partita di diamanti acquistati segretamente da capo della sua unità Cedric Harper (un molto ironicamente “british” Donald Pleasence) solo qualche giorno prima.

Ovviamente il Governo di Sua Maestà non può trattare coi terroristi e così il riscatto non verrà pagato: E il punto è anche un altro: come facevano a sapere i rapitori  delle pietre preziose? Uno strano giro di contingenze porta a far cadere i sospetti proprio su Tarrant. Ma un agente del Servizio Segreto è addestrato ad affrontare ogni situazione di petto, e così…

Ottimo thriller con ottimi interpreti fra cui spiccano anche Delphine Seyrig e il sempre cattivo John Vernon.

Per la chicca: nelle sequenze iniziali appare in un piccolissimo ruolo un giovanissimo John Rhys-Davies che qualche anno dopo vestirà i panni di Sallah l’amico fidato del Prof. Henry Jones Jr, e soprattutto quelli di Gimli il Nano nella Trilogia de “Il Signore degli Anelli”.

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