“Racconti umoristici” di Anton Čechov

(edizioni e/o, 2011)

L’influenza di Anton Pavlovič Čechov sulla cultura planetaria è ancora oggi così immensa che è difficile da misurare. Nato a Taganrog – città portuale della Russia meridionale – il 29 gennaio del 1860, Anton non ha un’infanzia facile fra un padre violento – ma fervente religioso -, una situazione economica precaria e le origini di servi della gleba della sua famiglia.

Diplomatosi, nel 1879 vince una borsa di studio per iscriversi alla facoltà di Medicina e si trasferisce a Mosca dove frequenta i circoli studenteschi e respira l’aria fertile della cultura e dell’avanguardia russa contemporanea. Nel 1880 pubblica il suo primo racconto (“La lettera del possidente del Don Stepan Vladimirovič al dotto vicino dottor Fridrich“) ed inizia così ufficialmente la carriera di uno dei più grandi autori planetari che spazierà fra la letteratura ed il teatro.

Se i suoi drammi, a distanza di 120 anni dalla sua morte – avvenuta il 15 luglio del 1904 – sono ancora rappresentati nei teatri di tutto il mondo, i suoi scritti e soprattutto i suoi immortali racconti sono ancora una delle colonne portanti della cultura contemporanea.

Questo volume ne raccoglie diciassette, alcuni di quelli più ironici e umoristici. Forse non saranno i più famosi o i più belli in assoluto, ma ci ricordano senza dubbio cosa vuol dire saper scrivere con ironia pungente e umorismo tagliente. Se proprio mi incatenate e mi costringete a sceglierne uno vi dico: “Il punto esclamativo (Racconto di Natale)” una delle vette della letteratura mondiale.

Vette che nel formato del racconto probabilmente non sono state raggiunte da nessun altro autore. Forse solo il grande Raymond Carver le ha sfiorate coi suoi bellissimi racconti molti decenni dopo. Non è un caso quindi che fra i miei preferiti ci sia “L’incarico”, in cui Carver ci narra la morte del maestro Čechov attraverso gli occhi di un modesto cameriere, contenuto nella splendida raccolta “Da dove sto chiamando“.

Come tutte le opere del grande autore russo: da leggere ad intervalli regolari.

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