Robert Aldrich

Il 5 dicembre del 1983 scompariva Robert Aldrich, uno degli ultimi grandi artigiani della macchina da presa della grande Hollywood.

In realtà Aldrich inizia i suoi studi e la sua carriera come attore, ma la passione per la MDP lo porta ad esordire come regista in alcune serie televisive. Nel 1952 è l’aiuto regista di Chaplin in “Luci della ribalta“.

A soli 36 anni dirige due mostri sacri del grande schermo come Gary Cooper e Burt Lancaster in “Vera Cruz” del 1954. Le sue corde sono quelle del western e del film d’azione/thriller.

L’anno successivo firma “Un bacio e una pistola” tratto dal romanzo di Mickey Spillane, uno dei migliori esempi di noir di quel periodo. Oltre ad altre numerose pellicole western, nel 1962 Aldrich firma “Che fine ha fatto Baby Jane?” con Bette Davis e Joan Crawford, considerato da molti uno dei primi grandi film dell’orrore, e che già contiene un’impietosa fotografia del mondo dello spettacolo, argomento caro al regista.

Nel 1964 torna all’horror con il perfido “Piano …piano dolce Carlotta”, sempre con una bravissima Bette Davis. Nel 1967 gira “Quella sporca dozzina” con, tra gli altri, Lee Marvin, Charles Bronson, John Cassavetes e Telly Savalas. Da molti la pellicola viene vista come un inno alla guerra  – gli USA sono nel pieno del conflitto in Vietnam – ma a guardarlo bene, soprattutto dopo tanto tempo, anche se pieno di scene spettacolari, è tutto meno che uno spot militarista, anzi.

L’anno successivo firma “Quando muore una stella”, graffiate e spietato affresco del mondo del cinema, e dello spettacolo in generale.

Il 1973 è l’anno de “L’imperatore del nord”, con due dei suoi attori preferiti: Ernest Borgnine e Lee Marvin.

L’anno successivo dirige Burt Reynolds in “Quella sporca ultima meta”, film sul football americano – e non sul rugby come hanno scritto decine di critici geniali… – dietro alle sbarre che a me fa impazzire.

Le ultime tre pellicole dirette da Aldrich sarebbero tutte da rivedere alla prima occasione: “I ragazzi del coro” (1977) dedicato all’universo troppo spesso stressato e difficile degli agenti di polizia, il divertentissimo “Scusi, dov’è il West?” (1979) con Gene Wilder nei panni di un rabbino polacco che deve raggiungere la sua nuova comunità di San Francisco e Harrison Ford in quelli di un fuorilegge dal cuore d’oro; e il malinconico “California Dolls” (1981) con una bravissimo Peter Falk nei panni di un triste impresario di donne lottatrici, specchio del lato più squallido e misero del mondo dello spettacolo.

Trentennale o meno, se vi capita di beccare nel palinsesto di qualche tv o in streaming un film diretto da Robert Aldrich, anche se non siete patiti del genere, vi consiglio di farci un pensierino.

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