“La rete a maglie larghe” di Håkan Nesser

(Guanda, 1993/2001)

Grazie a Per Wahlöö e Maj Sjöwall – e al loro ispettore Martin Beck – la Svezia, e tutta la Scandinavia poi, è diventata una delle patrie per eccellenza della giallo contemporaneo.

Non sono pochi gli eredi dei due grandi giallisti, ma fra tutti spicca il loro conterraneo Håkan Nesser, classe 1950, che mentre insegnava lettere al liceo ha iniziato a scrivere romanzi polizeschi.

Nel 1993 arriva nelle librerie svedesi “La rete a maglie larghe”, prima indagine dell’atipico commissario Van Veerten, che vive e lavora a Maardam, una città (immaginaria) nordica con caratteri tipici svedesi e ambienti olandesi.

Il caso che il cinquantenne e disilluso Van Veerten deve risolvere è quello apparentemente semplice che vede Janek Mattias Miller accusato dell’omicidio della moglie Eva. La donna è stata ritrovata annegata nella vasca da bagno del loro appartamento dallo stesso Janek.

L’uomo ricorda solo che la sera precedente, insieme alla moglie, si era ubriacato e poi più nulla. Nonostante le perplessità di Van Veerten l’uomo viene processato e condannato, ma pochi giorni dopo è vittima di un nuovo efferato omicidio. Van Veerten promette a se stesso di risolvere in pochi giorni il caso e partire per una lunga vacanza in Australia, o dare le dimissioni…

Ottimo giallo con atmosfere e aromi che riportano al grande Martin Beck. Raccontandoci una storia oscura, Nesser ci apre un’altra grande finestra sulla società scandinava e sull’animo umano.

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