“La controspia” di Peter Ustinov

(D’Agostini, 1990)

Questo piccolo volume scritto da Peter Ustinov ci dimostra che cultura letteraria e generale possedeva uno dei più grandi attori cinematografici e teatrali del Novecento vincitore, tra i numerosi premi, di due Oscar.

Dopo la sua morte, ma in realtà qualche indiscrezione era trapelata già durante gli ultimi anni della sua vita, Peter Ustinov è risultato essere un importante collaboratore dell’MI5, il Servizio Segreto di Sua Maestà, così come lo fu suo padre.

Questo sia grazie alle sue origini – i suoi genitori avevano discendenze che risalivano a svariati Stati europei e non solo – che alla sua professione che lo ha portato in giro per il mondo.

Così il primo dei due racconti che dona il titolo anche al libro, “La controspia” appunto, ci parla delle frustrazione di un’ex spia inglese in pensione forzata. Come tutte i suoi colleghi messi a riposo, Glasp ha scritto un memoriale della sua lunga carriera in Medio Oriente. Secondo i suoi piani il tomo verrà pubblicato dopo la sua morte, scatenando le ire dei suoi ex superiori: sarà la vendetta per il suo forzato riposo. Ma Glasp non sopporta più aspettare e così prima prende carta e penna e poi alza il telefono accendendo una miccia a Beirut che deflagrerà fino a Londra…

Il secondo e ultimo racconto è il delizioso “Non chiamatelo naso” la cui protagonista è una famiglia di origini mediorientali che vive negli Stati Uniti. Il padre è studioso degli Assiri e gli è stata affidata una cattedra in un prestigioso ateneo. Esperto di politica mediorientale è spesso consultato dalla Casa Bianca.

La moglie e la piccola figlia vivono in relazione al lavoro e alle passioni del padre – che per scelta in casa non ha una tv o una radio – sono lo studio e la musica. Così la piccola cresce imparando a suonare la musica classica insieme ai suoi genitori che invitano settimanalmente colleghi per piccoli concerti.

Ma le cose cambiamo drasticamente per il professor Atuoa quando sua figlia diventa maggiorenne e con i risparmi accumulati con sacrificio si sottopone a una rinoplastica. Per il docente l’oltraggio è intollerabile, ma per sua figlia è indispensabile visto che il suo grosso naso – identico a quello di suo padre e di sua madre – l’ha sempre profondamente inibita. La lite è così furibonda che la ragazza decide di andarsene.

All’Università in Rettore – assiduo spettatore dei concerti casalinghi degli Atoua – va in pensione e il suo sostituto considera gli Assiri una materia superflua. Il nuovo inquilino della Casa Bianca poi ha il suo personale consulente mediorientale, e così Atoua è costretto a lasciare il piccolo cottage universitario che occupava da anni per trasferirsi in un appartamento in città. Ma i guai non sono finiti, sua figlia col suo bel naso nuovo, si innamora…

Davvero due racconti spassosi e lucenti, davvero ben scritti.

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