“Fuga da Alcatraz” di Don Siegel

(USA, 1979)

Questo film mi è così rimasto impresso che ricordo ancora oggi molto bene il cinema in cui lo vidi nell’allora prima visione.

E’ tratto dal libro di J. Campbell Bruce che ricostruisce la vera fuga del detenuto Frank Lee Morris avvenuta nel 1962, primo evaso nella storia dell’allora fortezza inviolata che era la prigione di Alcatraz, nella baia di San Francisco.

La pellicola non ci dice se effettivamente Morris e i suoi due complici morirono affogati – come era capitato in precedenza – nel braccio di mare gelido che separa l’isola dalla costa, o la raggiunsero e si dileguarono liberi per sempre.

Sta di fatto che l’ingente spiegamento di forze che allora perlustrò la zona non trovò nessun corpo – primo caso nella storia – cosa che scatenò la fantasia e l’immaginario di molti.

A distanza di tanti anni, rivedere la pellicola diretta dal maestro Don Siegel, e interpretata da un glaciale Clint Eastwood, fa ancora effetto, nonostante tutto quello che è stato realizzato dopo sullo stesso argomento.

Per me poi, che sono un fan di Stephen King, i riferimenti e le citazioni a questo film nel suo racconto “Rita Heyworth e la redenzione di Shawshank” e nella successiva pellicola “Le ali della libertà” di Frank Darabont, mi mandano in sollucchero.

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