“Fantozzi” di Luciano Salce

Nel 1975 arriva nelle sale cinematografiche la trasposizione del libro scritto da Paolo Villaggio – nato come una lunga serie di articoli comici – “Fantozzi”. Il successo è clamoroso, tanto da far mettere in lavorazione quasi subito un sequel. Villaggio era già famoso come comico in televisione, ma la pellicola lo consacra definitivamente fra le icone della commedia italiana.

Fantozzi Ragionier Ugo è infatti degno di Bruno Cortona de “Il sorpasso” o di Silvio Magnozzi di “Una vita difficile”, perché immortala con micidiale cattiveria l’italiano medio e la sua vita quotidiana legata a piccoli privilegi e grandi soprusi.

Grazie anche all’interpretazione dello stesso Villaggio e dei grandi caratteristi che Salce sceglie come comprimari – tra cui merita di essere ricordato Gigi Reder nei panni di Filini dell’Ufficio Sinistri – “Fantozzi” diventa una figura centrale del nostro immaginario.

Si possono scrivere pagine e pagine sulle battute o le gag più divertenti dei numerosi film, anche se secondo me il primo e soprattutto “Il secondo tragico Fantozzi” rimangono inarrivabili.

Sono quasi cinquant’anni, esimio Fantozzi Ragionier Ugo, che tutti la prendono in giro e la deridono, ma poi il nostro Paese reale si ritrova molto peggio del suo immaginario.

E si ricordi, egregio, che qui c’è gente che ridevano!

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