(USA, 2019)
Ci risiamo, ecco la quarta grande avventura di Woody e Buzz – soprattutto di Woody in realtà – i due grandi protagonisti e apripista dell’animazione digitale, apparsi per la prima volta sul grande schermo quasi venticinque anni fa.
Woody deve fare i conti con l’età, ovviamente non con la sua ma con quella di Bonnie, la bambina a cui appartiene. E soprattutto col fatto che la piccola preferisce altri giocattoli a lui. Il rischio quindi è quello di diventare un giocattolo dimenticato e poi inesorabilmente perso.
Ma, ce lo ricordano bene i tutti i giocattoli che appaiono nel film – con omaggi e citazioni alla storia stessa della Pixar – c’è anche un’altra via…
Ennesimo grande lungometraggio firmato dalla casa di produzione fondata da John Lasseter, che con coraggio chiama in causa i due personaggi principi della sua storia, senza sbagliare il colpo.
Tutti cresciamo, volenti o nolenti. Crescere però non vuol dire per forza invecchiare, ma probabilmente solo cambiare punto di vista. E così Woody ci racconta una nuova svolta nella sua storia che ricorda tanto quella di un genitore con i suoi figli.
Ma d’altronde, per i bambini i genitori all’inizio non sono solo dei grandi, morbidi e coccoloni giocattoli?
Da vedere.
Per la chicca: è doveroso ricordare Fabrizio Frizzi che a partire dal 1996 ha donato con divertimento e ironia la voce a Woody nelle nostre versioni della saga. La Disney per questo nuovo film ha deciso di sostituirlo con Angelo Maggi, storico doppiatore di Tom Hanks, che è la voce originale di Woody. E’ giusto, per questo, sottolineare anche la grande bravura di Maggi.