(Italia, 1975)
Ormai è impossibile separare la parola “Zingarata” dai nomi: Lello Mascetti (Ugo Tognazzi), Rambaldo Melandri (Gastone Moschin), Giorgio Perozzi (Philippe Noiret), il Necchi (Duilio Del Prete) e il professor Sassaroli (Adolfo Celi).
A dimostrazione della grandezza e dell’immortalità del film diretto da Mario Monicelli (e ideato da Pietro Germi che all’inizio lo aveva ambientato a Bologna) nessuno può negare che il termine “Supercazzola” appartiene di fatto al nostro vocabolario.
Ispirato alle vere zingarate di Scarnicci & Tarabusi, fiorentini doc, autori di molte riviste teatrali che interpretò Ugo Tognazzi nella prima parte della sua carriera artistica, “Amici miei” oltre ad avere un cast stratosferico (non si può dimenticare Bernard Blier nel ruolo del Righi) rimane sempre un film attuale, che continua a farci ridere, piangere e soprattutto riflettere con la sua spietata cattiveria.
In un’intervista Monicelli raccontò che, oltre agli stessi Scarnicci e Tarabusi, i personaggi principali erano ispirati ad altri veri fiorentini dell’epoca. E lo stesso grande regista narrava entusiasta come questo illustri cittadini in realtà sapessero fare la “Supecazzola” anche meglio dei grandi attori che lui diresse. Fra tutti c’era il luminare nonché famosissimo primario d’ospedale, al quale gli sceneggiatori Leo Benvenuti e Piero De Bernardi assieme a Monicelli si ispirarono per il personaggio dell’implacabile Sassaroli, medico che nella realtà qualche anno prima della realizzazione della pellicola venne considerato anche per il Nobel per la Medicina.
Da vedere ad intervalli regolari.