“L’ultima eclissi” di Taylor Hackford

(USA, 1995)

Dolores Claiborne (una bravissima Kathy Bates) è una sessantacinquenne come molte della sua generazione, nate e cresciute nella profonda provincia americana.

Senza una particolare istruzione a Dolores, per guadagnare, non è rimasto altro che andare a fare le pulizie. L’unico bene e tesoro che ha nella vita è sua figlia Selena (Jennifer Jason Leigh) che però vive a New York dove fa la giornalista di successo. E proprio a Selena arriva un fax anonimo che la informa che sua madre è accusata di aver ucciso Vera Donovan, la sua ricca e ventennale datrice di lavoro.

Selena, che da oltre quindici anni non vede la madre, è costretta a lasciare il suo lavoro per tornare nella piccola isola sulla coste del Maine dove viveva anche lei. A portare avanti le indagini è il detective John Mackey (Christopher Plummer) coadiuvato dallo sceriffo Frank Stamshaw (John C. Reilly).

Lo stesso Mackey ha condotto oltre diciotto anni prima l’inchiesta per la morte di Joe St. George (David Stratharin) caduto in un vecchio pozzo nei pressi di casa sua. Casa che Joe condivideva con la moglie Dolores e la figlia Selena.

Sia Mackey che la stessa Selena sono convinti che a uccidere Joe sia stata proprio Dolores che però è riuscita a scamparla grazie solo alla fortuna. Ma questa volta Mackey non ha intenzione di commettere errori. Selena vorrebbe tornare alla sua vita newyorkese, visto che poi sua madre sembra non interessata a volersi difendere. Ma proprio prima di partire Dolores costringe la figlia a ricordare…

Ottimo film tratto da un’altrettanto ottimo libro di Stephen King – pubblicato per la prima volta nel 1993 – che ci ricorda, purtroppo, come la violenza sulle donne non si esaurisca dopo il 25 novembre, giornata dedicata alla lotta ad essa. Questa pellicola, così come lo stesso King quando ne racconta, colpisce molto duro, ma certo non come la vera violenza sulle donne che non da tregua né fa pause.

Nel mondo, e anche tragicamente nel nostro Paese, ci sono decine e decine di Dolores Claiborne che tentano in tutti i modi di difendersi e soprattutto difendere le proprie figlie dai vili e infami Joe di turno. Ma molte, purtroppo, non riescono a sopravvivere come lei.

A scrivere l’ottima sceneggiatura è, non a caso, Tony Gilroy, autore di script di grandi successi come i primi film della serie “The Bourne Identity” nonché quello di “Rogue One – A Star Wars Story“. Nel cast anche l’autore teatrale Eric Bogosian nei panni del capo redattore di Selena. Nella nostra versione da ricordare l’indimenticabile Valeria Moriconi che dona la voce alla Bates.

Duro come la violenza sulle donne: da vedere e far vedere.

“Rogue One: A Star Wars Story” di Gareth Edwards

(USA, 2016)

Scritto da Chris Weitz e Tony Gilroy – giovani ma ben rodati sceneggiatori – e diretto da Gareth Edwards, è arrivato caldo caldo nelle sale italiane l’ultimo capitolo della saga più famosa della storia del cinema.

Ultimo sì, ma non in senso cronologico della storia – che al momento rimane “Star Wars: Il risveglio della Forza” – questo “Rogue One” (che è il primo della nuova serie “Star Wars Anthology” che racchiuderà una serie di pellicole parallele a quelle vere e proprie della saga) è ambientato poco prima di “Guerre Stellari” – che poi ha preso il titolo “Una nuova speranza” – e ci racconta come un manipolo di ribelli eroi riesca a rubare i preziosissimi piani della famigerata Morte Nera, dettaglio fondamentale dello stesso primo film, fino a oggi mai affrontato.

Nel cast spiccano Felicity Jones, Forest Whitaker, Mads Mikkelsen (il primo cattivissimo di James Bond/Daniel Craig) e Diego Luna (attore e regista messicano, interprete fra gli altri di film come “Elysium”, “Milk” o “Il Libro della Vita”). E ovviamente lui, il cattivo dei cattivi, colui che una volta era Anakin Skywalker: Lord Darth Vader. E con lui è presente anche un tormentato rapporto padre-figlio, o meglio figlia.

Se “Star Wars: Il risveglio della Forza” era rivolto alle nuove generazioni, questo “Rogue One” è stato pensato, scritto e realizzato per chi nel lontano 1977 rimase “folgorato” – eddaje! – al cinema da “Guerra Stellari”.

Torna tutto, tutto si incastra e ci prepara per andare “Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana”. E poi c’è l’incredibile ricostruzione digitale di Peter Cushing, che come in “Star Wars: Una nuova speranza” interpreta il perfido Tarkin, incredibile visto che Cushing è scomparso nel 1994. E quella di…

Il titolo – che letteralmente sarebbe “canaglia 1” – è riferito a… beh, ve lo andate a vedere al cinema!

Per veri amatori: astenersi perditempo.