“Smashed” di James Ponsoldt

(USA, 2012)

Il dramma dell’alcolismo non è mai stato facile da portare sul grande schermo, eccezion fatta per il grande Billy Wilder – in tempi in cui non era riconosciuto neanche come una vera e propria malattia – con il suo “Giorni perduti” del 1945.

Ma questa piccola pellicola – nel senso di “produzione indipendente” e con un cast non di grido – riesce a farci entrare nella vita e nella pelle di un’alcolista, nelle sue menzogne quotidiane e nell’oblio irresponsabile che l’alcol provoca.

E, come accade nella realtà, la strada che porta alla sobrietà passa anche per l’umiliazione e il dolore: per salvarsi bisogna cambiare vita. Radicalmente.

Con una bravissima Mary Elizabeth Winstead “Smashed” – che vuol dire sbronzo e allo stesso tempo rotto – è da vedere, soprattutto per quelli che sottovalutano il dramma, proprio o altrui, dell’alcolismo.

Premio Speciale della Giuria del Sundance Film Festival 2012.