“Nel mezzo della notte” di Delbert Mann

(USA, 1959)

Paddy Chayefsky (1923-1981) è stato un prolifico drammaturgo americano, nonché sceneggiatore di successo e vincitore di tre primi Oscar (per “Marty, vita di un timido” diretto da Delbert Mann nel 1956, “Anche i dottori ce l’hanno” firmato da Arthur Hiller nel 1972 e “Quinto potere” con la regia di Sidney Lumet nel 1977).

Visto il successo di “Marty – Vita di un timido”, Hollywood decide di portare sul grande schermo una delle sue commedie più di successo a Broadway, affidando la regia allo stesso Delbert Mann.

Jerry Kingsley (Fredric March) è un uomo di successo. Immigrato con la famiglia in America a soli quattro anni, è riuscito a diventare il proprietario di una delle sartorie più importanti di Manhattan. A cinquantasei anni si può permettere un lussuoso appartamento nei pressi di Central Park, un’automobile di marca e di aiutare economicamente le sue due figlie sposate.

Kingsley però da un paio d’anni è rimasto vedovo, e questo sembra aver sancito il termine definitivo della sua vita sentimentale ed emozionale. Vive ormai con la sorella maggiore, passando le serate nel laboratorio della sua sartoria o a cena da una delle sue figlie. Quando un piovoso pomeriggio passa a casa di Betty (Kim Novak) una delle sue segretarie, per ritirare dei documenti battuti a macchina; trovandola nel bel mezzo di una crisi di pianto dovuta la suo recente divorzio, decide di tenerle compagnia.

Anche se Betty ha ventiquattro anni, uno in meno di sua figlia minore, per Kingsley diventa subito il passaporto per un nuovo viaggio, e la sua esistenza torna ad avere un nuovo significato. Ma le rispettive famiglie e il resto del mondo non riescono a vedere oltre la congrua differenza di età e di disponibilità economica dei due…

Insolita e piacevole commedia, che ci parla di amore e ipocrisia con delicatezza e coraggio come poche altre pellicole sanno fare. Da ricordare le interpretazioni della Novak e di March, che durante le riprese aveva già 62 anni, sex symbol del cinema degli anni Trenta (interpretò il ruolo del marito decaduto e alcolista nel primo “E’ nata una stella” del 1937 scritto da Dorothy Parker) poi divenuto apprezzatissimo attore teatrale soprattutto del repertorio contemporaneo americano.

Il dvd riporta la versione restaurata in HD della pellicola. Anche se il sonoro, soprattutto nella parte finale, presenta qualche difetto, ci regala comunque le splendide voci di Emilio Cigoli, che doppia March, e Rosetta Calavetta che doppia la Novak, fra le voci più sensuali di quegli anni.

“Marty – Vita di un timido” di Delbert Mann

(USA, 1954)

Cominciamo col dire che questo è uno dei 100 film che porterei su un’isola deserta.

Marty (uno straordinario Ernest Borgnine) ha 34 anni, vive con la madre vedova e fa il macellaio, lavoro che dieci anni prima ha dovuto accettare per mantenere i suoi numerosi fratelli che adesso sono tutti sposati e sistemati.

La sua età e, soprattutto, il suo aspetto da orso lo rendono impacciato con le donne, e ogni giorno che passa la cosa diventa sempre più pesante visto anche che nessuno – a partire dalla madre – evita di ricordagli che uno dei primi doveri sociali di un uomo è quello di sposarsi.

Una sera, in un dancing, assiste per caso all’umiliante scaricamento di una ragazza “racchia” da parte di un arrogante cavaliere occasionale.

Per solidarietà fra “piombi” (così vengono definitivi nello slang del momento i pesi morti che nessuno vuole frequentare) Marty le si avvicina consolandola.

I due passeranno una serata indimenticabile, confrontandosi nell’intimo per la prima volta con un altro essere vivente che finalmente comprende le proprie più profonde debolezze.

Marty, prima di congedarsi, promette a Clara (una bravissima Betsy Blair) di richiamarla il giorno seguente per andare poi la sera al cinema.

Ma la mattina, già in chiesa e poi al bar, tutti lo prendono in giro per essersi fatto vedere accanto a una “racchia” del genere. Anche sua madre, per paura di essere relegata al ruolo scomodo di suocera invadente, lo convince a non richiamarla.

La purezza d’animo di Marty però riuscirà a salvarlo …il tutto raccontato in un magico bianco e nero d’epoca.

Da vedere e rivedere!

Questa bellissima pellicola, scritta da Paddy Chayefsky – che merita di essere vista ogni volta che si presenta l’occasione – ha fatto incetta di premi in tutto il mondo, a partire da 4 Oscar (fra cui uno meritatissimo a Borgnine e un altro a Chayefsky) e la Palma d’Oro a Cannes.

E aggiungo pure che secondo me Terrence McNally si è ispirato a questo film per scrivere la sua struggente commedia teatrale “Frankie and Johnny in the Clair de Lune”, che nel 1987 divenne uno dei maggiori successi off-Broadway, e che nel 1991 Garry Marshall portò sul grande schermo col titolo “Paura d’amare” con Al Pacino e Michelle Pfeiffer.

Da vedere.