“Vater und Tochter” di Michaël Dudok de Wit

(Freies Geistesleben, 2015)

Dallo splendido corto animato “Father and Daughter” di Michaël Dudok de Wit, premio Oscar nel 2001, lo stesso Dudok de Wit realizza questo bellissimo volume.

Un racconto sublime e commovente, come quello del corto, del rapporto irrisolto fra un padre e una figlia ancora bambina. L’uomo, dopo averla portata sulla cima di una diga, sale su una barca e, lasciandola sulla riva, si allontana.

La piccola, che col passare degli anni tornerà spesso su quella diga, anche se condurrà una vita piena grazie all’amore del compagno e dei suoi figli, aspetterà sempre il ritorno del padre, che…

Struggente e brevissimo romanzo grafico che ci tocca l’anima e il cuore, parlandoci di dighe fisiche ma soprattutto mentali ed emotive.

Un altro grande esempio di come abbiano pari dignità il romanzo classico e quello grafico.

Purtroppo – e non mi voglio dilungare ancora una volta sulle scelte della nostra editoria tradizionale… – di questo volume non esiste un’edizione in italiano, ma sul mercato è reperibile solo questa in lingua tedesca.

Grazie ai disegni davvero molto belli di Dudok de Wit, ai testi molto brevi, alle mie sempre più sbiadite reminiscenza scolastiche, ho potuto godermelo lo stesso.

Da leggere.

“Addio Chunky Rice” di Craig Thompson

(Rizzoli Lizard, 2012)

Craig Thompson (classe 1975) è considerato uno dei migliori autori di narrativa grafica contemporanei grazie a opere come questa, a “Blankets” (2003) e a “Habibi” (2011). Nel 1999 pubblica questo “Addio Chunky Rice” che gli vale un Harvey Award, uno dei premi più prestigiosi per fumetti e graphic novel americani, dedicati a Harvey Kurtzman (1924-1993) tra i più grandi autori satirici e ironici statunitensi.

Chunky Rice è una piccola tartaruga che decide di iniziare un lungo viaggio per mare con lo scopo di trovare se stesso e soprattutto la sua vera meta, che ancora non è riuscito a capire. L’unico grande dolore nel partire è lasciare Dandel, il piccolo topo con cui ha un’amicizia molto intima e profonda. Ma Dandel sa, invece, che il suo posto è lì dove vive e così non può seguire il suo più caro amico.

La partenza e la separazione sarà straziante per entrambi, e dal ponte della nave che lo sta portando dall’altra parte del mondo Chunky Rice non può che pensare al suo amore per l’amica che quasi certamente non rivedrà mai più. E dalla riva, dalla quale lo ha visto inesorabilmente allontanarsi, Dandel non può che fare lo stesso guardando amareggiata quel mare che spesso può diventare così impetuoso…

Struggente graphic novel apparentemente per i più piccoli, che affronta il tema della separazione in maniera davvero commovente e sincera. Se i disegni e i personaggi, nelle prime strisce, possono sembrare dedicati per il tratto ai bambini, più ci addentriamo nella storia più affrontiamo il doloroso tema della perdita e del dolore, e più ci rendiamo conto che sono una storia e un tema che, di solito, i piccoli non dovrebbero affrontare o conoscere. Ma la vita ci ricorda fin troppo spesso che non è sempre così.

Lo stesso Thompson, nella parte finale del volume, ci racconta che il dolore per l’abbandono subito da una sua compagna – “che lo ha lasciato per tornare con il suo ex” – è stato lo spunto per disegnare questo fumetto.

Poesia ed emozioni simili a quelle che suscita lo splendido corto animato “Father and Daughter” di Michaël Dudok de Wit.

Da leggere.

“La profezia delle ranocchie” di Jacques-Rémy Girerd

(Francia, 2003)

Prima di dirigere il divertente e originale “Mià e il Migù” nel 2008, Jacques-Rémy Girerd realizza questo lungometraggio animato che, nella versione originale, ha nel cast attori come Michel Piccoli e Annie Girardot.

In una piccola località nella vasta campagna francese vivono Ferdinand – un ex marinaio – sua moglie Juliette – che discende da un’antica stirpe di maghe africane – e il piccolo Tom, il piccolo che i due hanno adottato.

Non lontano abitano i Lamotte, genitori di Lili, una bambina coetanea di Tom. I Lamotte possiedono anche un piccolo zoo e visto che partono alla ricerca di una coppia di coccodrilli, lasciano Lili ai loro vicini.

Poche ore dopo le ranocchie, dopo una riunione tenutasi nella palude, comprendono che a breve si scatenerà un nuovo diluvio universale e avvisano gli unici che posso credergli: Tom e Lili. Mentre Ferdinand e Juliette ascoltano stupiti la “profezia” che raccontano loro i due bambini, il cielo improvvisamente si annuvola e inizia a tuonare.

Ferdinand corre subito allo zoo per liberare gli animali, e tutti si rifugiano nel grande granaio che grazie a Tom è diventato una vera e propria arca. Ma la vita sull’originale natante affollato deve essere regolata da sani ed equi principi, che vengono rispettati fino a quando nell’immenso mare formato dalle acque piovane non viene ripescata una strana tartaruga…

Delizioso cartone animato all’insegna della tolleranza, del rispetto della natura e dell’amore per gli altri, che farà passare 86 minuti di sano divertimento ai bambini (di tutte le età). Nella nostra versione possiamo – fortunatamente – goderci l’indimenticabile Anna Marchesini che dona la voce alla tartaruga.

A questo film collabora anche Michaël Dudok de Wit (regista del bellissimo corto d’animazione premio Oscar “Father and Daughter” del 2000 e del lungometraggio “La tartaruga rossa” del 2016) occupandosi dell’animazione di uno dei due elefanti imbarcati sul granaio.

“Father and Daughter” di Michaël Dudok de Wit

(Olanda/Belgio /UK, 2000)

Michaël Dudok de Wit, regista dello splendido “La Tartaruga Rossa” prodotto dallo Studio Ghibli, nel 2000 realizza questo bellissimo cortometraggio che si aggiudica l’Oscar nel 2001, oltre a decine di altri premi prestigiosi in tutto il mondo.

Tra i numerosi modi di descrivere un rapporto irrisolto fra padre e figlia, quello scelto dal regista olandese è sicuramente uno dei più belli e suggestivi.

Un padre e la sua piccola figlia pedalano in bicicletta in una luminosa campagna, che ricorda molto quella olandese. Ad un certo punto il padre si accosta e scende sulla riva di quello che sembra un immenso mare. La bambina lo segue, ma il padre la ferma e la saluta affettuosamente, per poi salire su una piccola barca e in solitudine prendere il largo. La piccola rimane ad osservare l’orizzonte per tutto il giorno, fino a quando non è costretta a risalire in bicicletta e tornare a casa. Tutti i giorni successivi, in tutte le stagioni, crescendo e diventando ragazza, donna, madre e poi anche nonna, torna nel posto da cui il padre è salpato sperando di incontrarlo, fino a quando…

Poco più di otto minuti di vera e propria poesia animata, struggente e delicata. Per tutti i papà e le loro piccole principesse. Ovviamente, è impossibile trovarlo sul mercato, ma per fortuna c’è Youtube!

Nel 2015 lo stesso Dudoc de Wit pubblica il romanzo grafico.

“La Tartaruga Rossa” di Michaël Dudok de Wit

(Francia/Belgio/Giappone, 2016)

L’olandese Michaël Dudok de Wit (che nel 2001 ha vinto l’Oscar per il miglior cortometraggio d’animazione con il bellissimo “Father and Doughter”) nel corso dei decenni, ha collaborato alla realizzazione di alcuni famosi film d’animazione prodotti dalla Disney.

Dopo aver scritto il soggetto de “La Tartaruga Rossa”, ne scrive la sceneggiatura insieme a Pascale Ferran, e riesce a creare una coproduzione internazionale che si appoggia direttamente allo Studio Ghibli. Come produttore e direttore artistico c’è Isao Takahata, antico collaboratore del maestro Hayao Miyazaki, e autore, fra gli altri, de “La storia della Principessa Splendente” del 2013.

Un uomo sopravvive al naufragio della sua barca e si ritrova sulla spiaggia di una piccola isola sperduta nell’immenso oceano. Inizia l’esplorazione del suo nuovo mondo fatto principalmente di una foresta di bambù, una pozza di acqua potabile e alti scogli pericolosi. C’è tutto quello che può farlo sopravvivere senza troppa fatica.

Ma, dopo qualche tempo, la solitudine lo porta a costruire una barca di fortuna per tornare a casa. Il mare è liscio come l’olio e il viaggio sembra iniziare sotto i migliori auspici, ma qualcosa colpisce ripetutamente la zattera fino a distruggerla. L’uomo, che non ha capito cosa è successo, è costretto a tornare a riva. Al terzo tentativo e al terzo naufrago finalmente vede cosa, o meglio chi, gli distrugge tutte le volte la zattera: un’enorme tartaruga rossa che gli si avvicina fissandolo, per poi allontanarsi negli abissi.

L’uomo, disperato e sconfitto, torna sull’isolotto. E proprio quando crede di non avere più speranze, scorge il grande rettile uscire dall’acqua e arrancare sulla sabbia. Fulmineo lo raggiunge e lo capovolge. L’inaspettato trionfo lo incoraggia a costruire una nuova e più grande zattera, proprio accanto alla sua nemica sconfitta. Dopo ore passate sotto il sole cocente, l’uomo si rende conto che la tartaruga non si muove più, e invaso dal senso di colpa la idrata. Ma l’animale non sembra riprendersi, e così l’uomo le costruisce sopra un tetto, fatto di rami, per proteggerla dal sole. Quando tutto sembra inutile, la tartaruga si trasforma in una bellissima ragazza dalla folta e lunga chioma rossa…

Poesia cinematografica pura. Una splendida riflessione sul significato della vita e sull’amore, fatta di immagini e suoni, senza una parola di dialogo. Imperdibile.

Candidato all’Oscar come miglior film d’animazione.